dicembre 30, 2020
Conoscete i Nanowar of Steel ? Sono un gruppo metal italiano, dalle sonorità power metal anni ’80 e dai testi brillantemente demenziali: f...
Bayahibe - un Gatto Nero (vikingo) ai Caraibi
2020
Conoscete i Nanowar
of Steel? Sono un gruppo metal italiano, dalle sonorità power metal anni
’80 e dai testi brillantemente demenziali: fanno geniali parodie di brani
metallari di grande successo, mescolando con abile sarcasmo tutti i cliché del
genere. Di recente si sono anche lanciati in qualche commistione, facendo
satira anche su altri generi musical: “Norwegian
reggaeton” mischia gli stereotipi della musica caraibica con quelli del
metal scandinavo, ipotizzando come si potrebbe trovare un cuore dark, amante
delle tenebre e delle atmosfere fredde e malinconiche, in vacanza in un
paradiso tropicale dove il divertimento è d’obbligo e tutti si dimenano in
spiaggia al ritmo della rumba fino al mattino. Beh, in realtà, a quanto pare,
il nostro eroico metallaro non si troverebbe poi tanto male, stando alla loro
versione dei fatti, ma si lancerebbe in un ammirevole tentativo di integrazione
che sfocia in un curioso mix di vida loca, tombe profanate, foche e rumba.
novembre 29, 2020
Siena per me è stato un incontro casuale, e, al tempo stesso, cercato da tempo: potrebbe suonare come una contraddizione, ma siamo in ques...
Lettera d'amore a Siena
2020
Siena per me è stato un incontro casuale,
e, al tempo stesso, cercato da tempo: potrebbe suonare come una contraddizione,
ma siamo in questo assurdo anno del 2020 – le contraddizioni non esistono,
esistono solo le opportunità, le piccole parentesi felici, la capacità di
godere delle piccole cose; quindi, quando capitano, bisogna coglierle al volo.
novembre 14, 2020
Da Udine non ci si passa per caso – questo lo dicono tutti, compresa la geografia. La città friulana non si trova lungo comuni traiettorie ...
Udine, alla ricerca di quello che conta
2020
Da Udine non ci si passa per caso – questo lo dicono tutti, compresa la geografia. La città friulana non si trova lungo comuni traiettorie di passaggio, e, quindi, se la si vuole visitare, o ci si va apposta, oppure bisogna inserire una deviazione all’interno del proprio itinerario. È un po’ come se ti dicesse “Se ti fa piacere la mia compagnia devi dimostrarmelo, altrimenti io me ne sto anche bene per conto mio”. Già per questo motivo mi è simpatica, dunque.
ottobre 18, 2020
Questa è la storia di un’altra fuga. Di quelle che ogni tanto faccio, quando ho bisogno di spostare il focus: è quasi una procedura di evacu...
Perché Cremona piacerebbe a Dan Brown
2020
Questa è la storia di un’altra fuga. Di
quelle che ogni tanto faccio, quando ho bisogno di spostare il focus: è quasi
una procedura di evacuazione – io me ne vado altrove, la mia testa viene via
con me ed abbandona quel posto complicato e un po’ venefico in cui aveva finito
per intrappolarsi da sola, come quando nel sonno ci si attorciglia nelle
coperte e poi si fa fatica a liberarsi. Funziona come quando si aprono le
finestre, e si cambia l’aria: forse delle procedure di evacuazione ha
l’emergenza, ma assomiglia di più ad un rituale di purificazione.
Cremona doveva essere in compagnia, quel
giorno, ma è stata in solitaria: non importa, non ho ancora deciso quale delle
due modalità funzioni meglio in questi casi – ma probabilmente il “meglio” è
semplicemente quello che decidiamo di fare con ciò che abbiamo a disposizione,
prendendone gli aspetti migliori, godendo di quel che si può godere, come
quando trovi un frutto ammaccato e decidi di tagliargli via la parte marcia e
mangiare il resto, che è buono lo stesso.
ottobre 17, 2020
Lo volevo fare, prima o poi. Scrivere di questo anno stranissimo, intendo, di quello che ha significato, di quello che ha tolto e di quell...
Mi manca viaggiare (al di là di ciò che è ovvio)
2020
Lo volevo fare, prima o poi. Scrivere di questo anno stranissimo, intendo, di quello che ha significato, di quello che ha tolto e di quello che ha dato - soprattutto, di quello che ha cambiato. Mi ero ripromessa di farlo quando tutto sarebbe finito, perché i bilanci vengono meglio quando guardi le cose da lontano, quando in un certo senso non ti appartengono più - e perché l'emotività non è mai un buon giudice. Ma questa era un'illusione ingenua dei primi tempi: quando pensavamo di restare chiusi in casa qualche mese, per poi tornare, festosi e sollevati, alla normalità di prima; quando con le mie colleghe ci dicevamo che a maggio avremmo preso un volo per le Maldive, per festeggiare la fine di un progetto impegnativo e di questo incubo. Era un pensiero ingenuo, ora lo sappiamo - però era un bel pensiero. Ora quel che sappiamo è che anche questa fase sarà come tutte le fasi di cui si compone la vita - e che anche lei non terminerà mai con uno strappo netto e liberatorio; ma sarà, piuttosto, uno strascico lungo e vischioso, e, soprattutto, una volta che sarà finalmente sbiadito, non saremo più uguali a come eravamo prima che cominciasse. E' un po' come succede con le tempeste, o i cicloni - ma questo l'hanno già detto Murakami e Pieraccioni, e non mi voglio ripetere.
giugno 20, 2020
Non amo "fare cose" a Capodanno. Non amo Capodanno, fondamentalmente. Mi piace fare bilanci di quel che è stato, e ammetto di ess...
A Modena, in fuga dal Capodanno
2020
Non amo "fare cose" a Capodanno.
Non amo Capodanno, fondamentalmente. Mi piace fare bilanci di quel che è stato,
e ammetto di essere una persona che vive nel passato: non lo trovo un difetto,
se serve per imparare ed evolvere, per emanciparsi dalle zavorre che
alimentiamo da soli. Con il futuro però mi mantengo neutrale: è imprevedibile
come una belva lasciata libera, e ho sempre fiducia nei suoi confronti - ma non
credo negli imbonimenti fatti di fuochi d'artificio, né negli esorcismi a suon
di petardi; e secondo me nemmeno lui.
"Cosa fai a Capodanno?" è sempre una domanda a cui vorrei
non dover rispondere. A cui mi piacerebbe rispondere con quello che vorrei non
dover fare - tipo divertirmi per forza, perché il rumore, di solito, non mi
diverte mai, e la folla, se finisce per essere anonima, mi mette malinconia.
Vorrei che fosse legale poter non fare nulla, a Capodanno.
Poiché non lo è - ho deciso, quest'anno scappo.
Si può davvero scappare?
No, però forse lo si può circumnavigare, scivolandogli di fianco senza dover
rendere conto a nessuno.
Viaggiando, quindi.
giugno 01, 2020
Che cos’è una bugia, in fin dei conti? Qualcosa di non vero, questo è ovvio. Ma, forse, più che cosa sia la bugia, dovrebbe contare il motiv...
Santillana del Mar, bugie e verità
2020
Che cos’è una bugia, in fin dei conti? Qualcosa
di non vero, questo è ovvio. Ma, forse, più che cosa sia la bugia, dovrebbe
contare il motivo per cui viene detta: non tutte le bugie hanno come scopo
l’inganno e la manipolazione - ci sono bugie bianche che vengono dette per non
ferire; ci sono omissioni di verità scomode e deleterie, che qualche
oltranzista della morale ritiene di dover comunque classificare fra le
menzogne; e ci sono bugie che, più che per mistificazione, vengono dette per
scherzo, per presa in giro più o meno bonaria – e boccalone tu che ci caschi.
Il sarcasmo stesso può essere erroneamente scambiato per bugia, da chi non è in
grado di capirlo.
maggio 17, 2020
A Èze ci siamo andate che era gennaio – io & Tabby Cat, ma era un po’ come se fosse primavera, e questa escapade in Costa Azzurra era d...
Èze - nidi d'aquila (o forse di cuculi)
2020
A Èze ci siamo andate che era gennaio – io &
Tabby Cat, ma era un po’ come se fosse primavera, e questa escapade in Costa Azzurra era diventata anche una sorta di fuga
dall’inverno, dal freddo nelle ossa, dai pensieri bui. Èze è stata una
decisione estemporanea: ce l’ha suggerito la mia amica Monica, che siamo andate
a trovare a Mentone il giorno prima – è un nido d’aquila, ci ha detto, è una
chicca medievale. “Nido d’aquila” non
l’ho mai sentito dire, mi fa venire in mente un film, ma non un film vero – un
film che mi sono inventata io adesso sul momento, una specie di mix fra “Là dove osano le aquile” e “Qualcuno volò sul nido del cuculo”: e
lo sappiamo tutti benissimo che i cuculi non fanno il nido ma vanno a
depositare il loro uovo nel nido di altri uccelli – e se fosse stato proprio un
cuculo ad osare avvicinarsi ad un nido di aquila? E come crescerebbe un cuculo,
che è un uccello abbastanza bruttino e sgraziato, se venisse allevato da delle
aquile? Magari complessato, o, magari, al contrario, se i suoi genitori aquila
gli avessero pompato l’autostima all’inverosimile, facendogli credere di essere
un’aquila anche lui, sarebbe diventato uno di quei personaggi insopportabili
che si atteggiano molto al di sopra della loro reale sostanza. Insomma, ne
verrebbe fuori un film bellissimo – una sorta di antitesi ai libri di Anthony
De Mello: niente aquile che si credono polli, solo cuculi che si credono
aquile.
maggio 12, 2020
Quello che mi aveva colpita di Malta è stato che non era uguale a nessun altro posto che avessi mai visto prima di allora. Malta è un’isola ...
Mdina, il cuore antico di Malta
2020
Quello che mi aveva colpita di Malta è stato che
non era uguale a nessun altro posto che avessi mai visto prima di allora. Malta
è un’isola minuscola, a ben vedere, ha un diametro di appena 20 kilometri,
eppure in questo suo sottile lembo di terra che galleggia nel Mediterraneo, ci
sono condensati tanti mondi diversi – tanto che la loro mescolanza, la loro
convivenza, in orizzontale nello spazio e in verticale nel tempo, in questo
fazzoletto ha creato un mondo tutto nuovo, un misto fra Medioriente, Italia del
Sud ed Inghilterra.
La città fortificata di Mdina è il cuore antico
di questo strano bazar di mondo, e racchiude fra le sue spesse mura color
avorio l’essenza di questa sfumatura unica che hanno assunto le diverse anime
che hanno originato Malta quando si sono fuse insieme. Si trova sopra
un’altura, domina come una sentinella tutta l’isola ed è nata così – come una
fortezza: già i Fenici l’avevano concepita in questo modo, e i Romani e gli
Arabi che si sono poi susseguiti nel suo possesso non hanno fatto altro che
incoraggiare questa sua natura, renderla sempre più inespugnabile, sempre più
guerriera. Nel Medioevo diventa il centro di potere principale dell’isola, la
Città Notabile, residenza di tutta l’aristocrazia e sede del Consiglio. Anche
il potentissimo Ordine cavalleresco di San Giovanni ne fa il suo centro
nevralgico – finché un terremoto nel XVII secolo non la danneggia e spinge
tutti gli stakeholders degli affari
maltesi a spostarsi altrove, a La Valletta e in altre città che hanno uno
sbocco sul mare. Mdina dunque pian piano viene abbandonata, va in pensione e
diventa solamente un luogo di villeggiatura per l’aristocrazia. Oggi conta
appena 300 abitanti e, ai suoi antichi soprannomi deferenti da nobile
guerriera, ha sostituito quello di Città
del Silenzio – che sa forse di fantasmi e cose che non ci sono più, ma che
le rimane come un diadema del suo splendore passato, del suo fascino misterioso
ricco di segreti e bisbigli.
maggio 11, 2020
Il fascino di Helsinki è un fascino da introversa. Non è una città che si faccia notare: non ha monumenti sontuosi, non ha un cuore antico c...
Helsinki e ciò che è sostanza
2020
Il fascino di Helsinki è un fascino da
introversa. Non è una città che si faccia notare: non ha monumenti sontuosi,
non ha un cuore antico con vicoli pittoreschi – sostanzialmente, non ha
qualcosa, sulla superficie, che sia unico e distintivo. La sua personalità sta
tutta nell’atmosfera, più che nell’apparenza: è una capitale, ma circondata da
isolette, con il mare che fa capolino all’improvviso, come una sorpresa, da
qualunque parte ci si trovi. Ha un’eleganza discreta, fatta di colori tenui e
sobri, di linee neoclassiche e, ogni tanto, qualcuna che vira inaspettatamente
verso qualche voluta art nouveau –
austera, ma con grazia, con delicatezza.
È una città che ama il verde, il silenzio,
l’armonia del design. È una città che forse non ti fa innamorare subito: te ne
vai con una sensazione neutrale, dicendoti che non ti è dispiaciuta ma nemmeno
ti è entrata nel cuore – eppure continui a pensarci. Ed è difficile dire che
cosa esattamente ti abbia colpito: ha più a che fare con una sensazione che non
con una lista di cose – la giri relativamente in fretta se ci vai come turista;
però avresti voglia di tornarci, e ti dici persino che è un posto in cui non ti
dispiacerebbe vivere. Il fascino introverso funziona così, di solito: non
colpisce sempre e non colpisce tutti, ma, quando lo fa, va a toccare corde
profonde, e finisce per legarti in un modo che razionalmente non saresti in
grado di spiegare. Per le persone ha a che fare con gli occhi, con la luce che
hanno e con le cose che dicono che le parole non riuscirebbero a tradurre; per
le città invece ha a che fare con l’aria che respiri camminando per le loro
vie, con l’atmosfera che le scorre attraverso, che può essere un’onda o una
musica. In entrambi i casi, alla fin fine, ciò che conta è come sanno farci
sentire.
maggio 09, 2020
In realtà, quando dico che la tafofilia è una predilezione un po’ di nicchia, che si è sempre un po’ titubanti a tirare fuori con persone c...
Pére-Lachaise, la rock star dei cimiteri
2020
In realtà, quando dico che la tafofilia è una predilezione un po’ di
nicchia, che si è sempre un po’ titubanti a tirare fuori con persone che si
conoscono poco bene per timore di apparire macabri o necrofili – mi dimentico
sempre di lui, che, se a mio modesto parere può anche non essere il Re assoluto dei cimiteri monumentali, perlomeno ne è sicuramente il Presidente Esecutivo:
il Pére-Lachaise, ovviamente. Il celebre luogo di sepoltura parigino conta
infatti una media di tre milioni di visitatori l’anno – e questi numeri fan sì
che si sieda abitualmente sul podio delle attrazioni più gettonate della
capitale francese, assieme alla Tour Eiffel e alla cattedrale di Notre-Dame,
solitamente sorpassando addirittura Montmartre (secondo me è colpa di tutti
quei gradini). Insomma, una vera e propria rockstar all’interno dell’universo
introspettivo e notturno dell’arte funeraria, che di solito è appannaggio
esclusivo di palati a proprio agio con le ombre e con l’accettazione della
parte dolorosa della vita – ma che, in questo eccezionale caso, ha saputo
evidentemente in qualche modo estendersi anche ad un pubblico più ampio.
La mia anima statistica sarebbe ora curiosa di
sapere quale sia la motivazione che porta un così alto numero di turisti a
varcare i cancelli del Pére-Lachaise, per capire quale sia il fattore che
riesca a renderlo così popolare rispetto ai suoi colleghi cimiteri monumentali
altrettanto ricchi di arte e fascino ma decisamente più snobbati. Vengono tutti
solamente per visitare la tomba di Jim Morrison (ve l’avevo detto che era una
rockstar), magari non degnando nemmeno di uno sguardo tutte le altre
incantevoli opere che si possono incontrare inoltrandosi di appena qualche
vialetto più in là? Oppure è una pura e semplice questione di marketing – e
anche Highgate, se fosse più pubblicizzato, diventerebbe più gettonato del Big
Ben?
Non lo so – però quello che posso dire è che,
sicuramente, il tratto distintivo del Pére-Lachaise è quello di portare, fra i
suoi silenziosi viali alberati e la sua aura malinconica, una sfumatura
romantica, a volte declinata anche su tonalità molto sensuali, che può
decisamente appartenere soltanto a Parigi.
maggio 03, 2020
Questa volta, invece, è proprio da un tramonto che partiamo. Perché Nizza, questa volta, è stata il nostro Piano B: dovevamo essere alt...
Nizza - à la nuit
2020
Questa volta, invece, è proprio da un tramonto
che partiamo. Perché Nizza, questa volta, è stata il nostro Piano B: dovevamo
essere altrove, io & Tabby Cat, in un posto molto caldo e molto lontano –
ma la cosa non ha funzionato. E, quindi, abbiamo scelto come alternativa di
andare in un posto decisamente più vicino, ma, comunque, con una temperatura
che, per essere inizio gennaio, è decisamente gradevole. Il clima è sempre mite
e tiepido in Costa Azzurra, e, mentre su da noi, dietro le Alpi, il termometro
non dava segno di volersi alzare al di sopra dello zero, qua i gradi si assestano
generosamente attorno ai venti.
Permangono pur sempre le altre rigide regole di
gennaio, e, quindi, essendo arrivate nel tardo pomeriggio, il sole
all’orizzonte sta già cominciando a sbadigliare.
maggio 02, 2020
Ci sono viaggi che non sono soltanto scoperte, ma sono anche ritorni: ritorni alle cose del passato, ai ricordi che tieni chiusi dentro...
La mia scatola di latta del Lago Maggiore
2020
Ci sono viaggi che non sono soltanto scoperte, ma
sono anche ritorni: ritorni alle cose del passato, ai ricordi che tieni chiusi
dentro qualche scatola di latta nascosta sotto al letto dove dormivi da bambina
- che sono oggetti semplici ma che, non appena li sfiori, sprigionano un
milione di storie.
Il Lago Maggiore è, da Torino, la gita fuoriporta
della domenica per eccellenza, e, per me, ogni suo angolo è rivestito di
diversi strati geologici di memorie, uno per ciascun anno in cui ci sono
tornata. In età adulta le mie visite si sono fatte più sporadiche, ma forse, da
un lato, è bene così: le percezioni dell’infanzia sono dotate di un filtro
speciale, che fa sembrare tutto più maestoso e grande; quindi li accantono un
po’ i ricordi del lago legati all’età adulta, li piego e li metto da parte, e
preferisco continuare ad indossare quelli in cui questo posto era il reame
incantato della mia infanzia.
Ma, a volte, nei luoghi che conosci bene quasi
quanto una dependance di una parte di te, è bello anche tornarci con qualcuno
che li vede per la prima volta: farli conoscere a qualcuno che non li conosce
significa anche prendere in prestito il suo sguardo e riuscire a vederli dopo
tanto tempo con occhi nuovi. E la mia amica Tabby Cat è la persona ideale per
sperimentare questo nuovo punto di vista, perché il suo approccio alle cose
nuove è sempre carico di entusiasmo e spontaneità.
maggio 01, 2020
Quando si attende qualcosa, che sia fonte di gioia o fonte di ansia, il tempo è sempre dilatato: è l’attesa stessa a gonfiarlo, e cont...
Reykjavik - tramonti vichinghi e cattedrali aliene
2020
Quando si attende qualcosa, che sia fonte di gioia o fonte di ansia, il tempo è sempre dilatato: è l’attesa stessa a gonfiarlo, e continua a gonfiarlo mentre ci cammini sopra – e ti sembra che l’orizzonte si allontani, anziché avvicinarsi. Se poi, per caso, quello che stai aspettando è un tramonto estivo in Islanda, la dilatazione percepita è ancora più infinita, perché non hai più a disposizione i tuoi comuni punti di riferimento temporali. Un tramonto estivo in Islanda arriva tardi, molto più tardi; e fin qui – è una elementare nozione di geografia. Ma il fatto è che, anche i cambiamenti di luce e di colori del paesaggio che normalmente ne sono il preludio qui sembrano essere diversi – o meglio, sono rallentati: è come se tutto durasse molto di più, un crepuscolo in slow motion che procrastina al limite del lecito tutte le sue fasi.
marzo 30, 2020
Era un weekend di fine giugno, e c'era un'afa insopprimibile. Forse non necessariamente insopportabile - solo così: non si rius...
Chambery e gli elefanti che volano
2020
Era un weekend di fine giugno, e c'era un'afa insopprimibile.
Forse non necessariamente insopportabile - solo così: non si riusciva a sopprimere, non andava via. Te la ritrovavi appiccicata alla pelle, una coperta umida e soffocante, anche quando riuscivi a trovare riparo al chiuso, con l'aria condizionata. Era un continuo bisogno d'acqua, stremante - una sensazione di essere in procinto di evaporare, come se il proprio corpo non bastasse più, come se fosse quasi una prigione in cui si dibatteva il desiderio di andare lontano, con un frullio d'ali persistente e vibrante, come quelle di un colibrì.
Era un weekend di fine giugno in cui avevo voglia di scappare.
Mi capita sempre, a fine giugno.
Solo che quest'anno non potevo.
E abbiamo deciso questo: ne parlavamo da tempo, ma alla fine è stata una scelta improvvisa - avevamo questi biglietti delle ferrovie francesi, e dove vuoi andare, da Torino, in cui si possa fare un giro di 48 ore - sabato e domenica, un weekend, solo una boccata d'aria, solo una parentesi tonda mentre il resto, il lavoro, lo stress, i problemi, lo stress e ancora lo stress rimangono sempre parentesi quadre e graffe?
Chambery - la prima fermata in territorio d'Oltralpe del TGV che parte da Torino.
gennaio 12, 2020
Vai al mare se vuoi imparare qualcosa sulle tue profondità, vai in montagna se vuoi imparare qualcosa sulla tua forza - diceva qualcuno, ...
Val di Mello: mucche brutte, monti disgraziati e nobili bidet
2020
Vai al mare se vuoi imparare qualcosa sulle tue profondità, vai in montagna se vuoi imparare qualcosa sulla tua forza - diceva qualcuno, ma non ricordo bene chi.
Forse ero io, in realtà.
Qualcun altro ancora diceva che quando una persona a cui vuoi bene ti consiglia un libro, la vai subito a cercare in mezzo alle pagine. Tabby Cat è da sempre una delle mie pusher di letture più affidabili: mi ha fatto scoprire mondi vittoriani fatti di ombre e segreti, ribellioni che significano semplicemente ricercare se stessi, anti-eroine oppresse da regole non scritte, corsetti stringenti e stereotipi ancor più soffocanti. Sono sempre state letture che mi hanno aiutata a trovare risposte ma anche domande, e in cui mi sono sempre imbattuta in qualcosa che sono stata, o che avrei potuto essere.
E - ok, come al solito mi sto perdendo in qualche volo pindarico, ma qui il collegamento è semplicemente un'altra celebre citazione, quella che dice che leggere e viaggiare sono similitudini reciproche, che il mondo è un libro e che dove nasciamo è una pagina, per sfogliare tutte le altre dobbiamo prendere aerei, o treni, o i nostri stessi piedi e muoverci fra le righe del mondo per scrivere nuove storie.
Questa me la ricordo chi l'aveva detta - era Sant'Agostino.
Quel che volevo direi io, invece, era che Tabby Cat da ormai qualche anno mi parla con entusiasmo della Val di Mello, riserva naturale della Valtellina appena sopra Morbegno - ed ero molto curiosa di vederla con i miei occhi.
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