Una delle prime cose che visito in una nuova città è il suo parco. Spesso i parchi cittadini finiscono anche per essere uno dei miei punti ...

Vigeland Park, metafora di Oslo Vigeland Park, metafora di Oslo

gennaio 2016

Una delle prime cose che visito in una nuova città è il suo parco.
Spesso i parchi cittadini finiscono anche per essere uno dei miei punti preferiti di queste nuove città che mi metto ad esplorare.
Il parco cittadino non è solo una nicchia tranquilla in cui nascondersi dalla frenesia dei ritmi metropolitani, dal bombardamento sensoriale di cose da fare e vedere, dalla nostra stessa fame compulsiva di conoscere il nuovo posto, di sfiorarne l'anima - il parco cittadino è spesso una metafora verde della città che lo ospita.
Il Boboli a Firenze è quasi un museo verde, scrigno botanico dell'arte che si respira in ogni angolo di Firenze. Il Valentino a Torino nasconde un castello, simbolo indelebile della storia della città, e nasconde angoli di bellezza inattesi, poco reclamizzati, come l'animo burbero e sorprendente della capitale sabauda. Central Park è il parco, così come New York è The City: un mondo a sé, un suo fascino carismatico unico che l'ha trasformato in una star del cinema, un regno verde che indossa una corona di grattacieli.
E' come se, nel suo parco, la città decidesse di farsi metafora, scegliesse qualche simbolo che la rappresenti e decidesse, quindi, di lasciar indovinare qualcosa di sé - qualcosa di profondo, qualcosa di essenziale. E' un po' come un tatuaggio. O un nickname. Qualcosa con uno scopo espressivo, per ricordare al mondo ciò che siamo davvero. Anche quando non riusciamo ad esserlo.
E questo accade anche ad Oslo.

Quali ingredienti usereste se doveste distillare l'essenza dell' Inghilterra ? Provo a chiudere gli occhi e a pensarci. Davanti...

Bibury, cuore delle Cotswolds Bibury, cuore delle Cotswolds

gennaio 2016

Quali ingredienti usereste se doveste distillare l'essenza dell'Inghilterra?
Provo a chiudere gli occhi e a pensarci.
Davanti al sipario delle mie palpebre chiuse passano molte immagini: la bruma delle brughiere dello Yorkshire, la poesia malinconica del Lake District, gli scheletri gotici delle abbazie diroccate, l'intensità drammatica e decisa delle scogliere bianche di Dover, i porticcioli intimi e colorati della Cornovaglia - ma le scarto.
Sono fotografie di punti unici e ben precisi dell'Inghilterra, come la rappresentassero in un momento particolare, in un umore estremo: mentre è in vacanza al mare, mentre soffre per amore come il fantasma di Catherine alla ricerca di Heathcliff, mentre riflette, introspettiva, in solitudine, o mentre piange per qualcosa che non c'è più. Sono picchi emotivi, situazioni straordinari.
L'essenza di qualcuno, di qualcosa, non è qui: l'essenza è nel quotidiano, nella normalità, nelle piccole cose fatte con amore.
E, secondo me, l'essenza dell'Inghilterra è nella regione rurale delle Cotswolds.

A Monza c'è la storia di Gertrude, figlia non primogenita di una nobile famiglia che fu obbligata a prendere il velo e finì comunque per...

[I Viaggiatori Ignoranti] - La Monaca di Monza... di Saluzzo [I Viaggiatori Ignoranti] - La Monaca di Monza... di Saluzzo

gennaio 2016

A Monza c'è la storia di Gertrude, figlia non primogenita di una nobile famiglia che fu obbligata a prendere il velo e finì comunque per innamorarsi.
Ma anche in Piemonte, a Saluzzo per la precisione, abbiamo una storia simile: più tragica e più avventurosa, anche se meno conosciuta.
Manzoni non ve l'ha raccontata, ma ci provo io, dalle pagine de I Viaggiatori Ignoranti.
Clicca sull'immagine per leggerla... e prepara i fazzoletti!


Ci sono viaggi che fai, e passano gli anni ma ti sembra ieri che li hai fatti. Sono viaggi che ti fanno scoprire qualcosa - magari ti danno...

Barcellona, e la parte di te che non sai Barcellona, e la parte di te che non sai

gennaio 2016

Ci sono viaggi che fai, e passano gli anni ma ti sembra ieri che li hai fatti.
Sono viaggi che ti fanno scoprire qualcosa - magari ti danno delle risposte, magari le danno a domande che non sapevi nemmeno di avere.
Sono viaggi che continui a ricordare, perché quello che ti danno lo porti sempre con te - ed è sempre mescolato, connesso, intersecato con l'anima del luogo che hai visitato, con quella strana alchimia che era presente nell'aria, nell'atmosfera, nelle circostanze di quel posto che è riuscita ad innescare la reazione chimica di quel particolare incantesimo.
A Barcellona ci sono andata, era il 2006, anche se non ero particolarmente convinta.
Io - che sono da paesini medioevali, da rovine di chiese gotiche in cima ad un dirupo, da sale da tè con le tovaglie di pizzo... cosa ci andavo a fare in questa capitale della movida, in questa vivacità mediterranea?
E invece, a volte, è proprio di qualcosa di radicalmente opposto da noi che abbiamo bisogno - uscire dagli schemi, esplorare qualcosa di nuovo, metterti in gioco fuori dalla tua comfort zone. E scoprire con stupore che, magari, ti ci senti sorprendentemente a tuo agio...