Conoscete i Nanowar
of Steel? Sono un gruppo metal italiano, dalle sonorità power metal anni
’80 e dai testi brillantemente demenziali: fanno geniali parodie di brani
metallari di grande successo, mescolando con abile sarcasmo tutti i cliché del
genere. Di recente si sono anche lanciati in qualche commistione, facendo
satira anche su altri generi musical: “Norwegian
reggaeton” mischia gli stereotipi della musica caraibica con quelli del
metal scandinavo, ipotizzando come si potrebbe trovare un cuore dark, amante
delle tenebre e delle atmosfere fredde e malinconiche, in vacanza in un
paradiso tropicale dove il divertimento è d’obbligo e tutti si dimenano in
spiaggia al ritmo della rumba fino al mattino. Beh, in realtà, a quanto pare,
il nostro eroico metallaro non si troverebbe poi tanto male, stando alla loro
versione dei fatti, ma si lancerebbe in un ammirevole tentativo di integrazione
che sfocia in un curioso mix di vida loca, tombe profanate, foche e rumba.
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Were this world an endless plain, and by sailing eastward we could for ever reach new distances