Era un weekend di fine giugno, e c'era un'afa insopprimibile. Forse non necessariamente insopportabile - solo così: non si rius...

Chambery e gli elefanti che volano Chambery e gli elefanti che volano

marzo 2020



Era un weekend di fine giugno, e c'era un'afa insopprimibile.
Forse non necessariamente insopportabile - solo così: non si riusciva a sopprimere, non andava via. Te la ritrovavi appiccicata alla pelle, una coperta umida e soffocante, anche quando riuscivi a trovare riparo al chiuso, con l'aria condizionata. Era un continuo bisogno d'acqua, stremante - una sensazione di essere in procinto di evaporare, come se il proprio corpo non bastasse più, come se fosse quasi una prigione in cui si dibatteva il desiderio di andare lontano, con un frullio d'ali persistente e vibrante, come quelle di un colibrì.
Era un weekend di fine giugno in cui avevo voglia di scappare.
Mi capita sempre, a fine giugno.
Solo che quest'anno non potevo.
E abbiamo deciso questo: ne parlavamo da tempo, ma alla fine è stata una scelta improvvisa - avevamo questi biglietti delle ferrovie francesi, e dove vuoi andare, da Torino, in cui si possa fare un giro di 48 ore - sabato e domenica, un weekend, solo una boccata d'aria, solo una parentesi tonda mentre il resto, il lavoro, lo stress, i problemi, lo stress e ancora lo stress rimangono sempre parentesi quadre e graffe?
Chambery - la prima fermata in territorio d'Oltralpe del TGV che parte da Torino.