La dea Izchel se ne sta lì, in ginocchio, davanti al mare turchese dei Caraibi - i palmi delle mani girati verso l'alto, i seni sodi...

Isla Mujeres - dee, iguane e pic nic al cimitero Isla Mujeres - dee, iguane e pic nic al cimitero

luglio 2019



La dea Izchel se ne sta lì, in ginocchio, davanti al mare turchese dei Caraibi - i palmi delle mani girati verso l'alto, i seni sodi, protesi al vento.
È lì per aspettare il bacio del suo amante, all'alba: la punta sud di Isla Mujeres si protende come un braccio teso nel mare, ed è il primo tratto di terra messicana che riceve i raggi del sole al mattino.
L'amante di Izchel è proprio il sole, e passa da lei per un bacio furtivo appena comincia la giornata, quando è ancora assonnato e delicato, un fascio di luce dorata che colora il buio ed il mare di tinte calde - prima di iniziare il suo lavoro di splendere alto nel cielo e distrarsi, diventare caldo e roboante, aggressivo, dominante.
C'è una leggenda che racconta di come il sole non sia sempre stato il sole, ma che prima fosse un uomo, venuto da una terra oltre il mare, distante mesi di viaggio, per conquistare l'impero dei Maya. Izchel non si sa se fosse già una dea o solo una donna, ma si innamorò di lui e lui di lei - e la parte interessante della storia potrebbe finire qui, perché di quando "vissero per sempre felici e contenti" mai a nessuno interessa raccontarlo; ma invece qualcun altro decise di dare alla storia un altro finale, e non fu un finale felice. Però perlomeno fu un finale poetico: credo che loro lo avrebbero preferito felice, ma questo è il tributo che richiedono le leggende.
Il generale spagnolo diventò il sole, Izchel la luna e possono sfiorarsi solo pochi istanti all'alba. A lui rimane questa statua di pietra con le sembianze della sua amata, come se fosse una foto sbiadita che si tiene nel portafoglio; a lei non si sa - così come non si sa se sia nata prima questa leggenda o "Ladyhawke", o se non esistessero il sole e la luna prima del sacrificio dei due amanti.