Ho sorriso, e ho pensato che, in realtà, ormai io a Genova sono talmente "di casa" che quasi non lo considero nemmeno un vero e proprio "viaggio" quando ci vado.
La mia amicizia con Ginger Cat dura, con solidità ed importanza, da 6 anni, ed abbiamo sempre cercato di incontrarci almeno una volta al mese, alternando con una certa reciprocità le visite.
Il tragitto della linea ferroviaria che attraversa Asti ed Alessandria e poi travalica le Alpi Marittime lo conosco assai bene; così come alcuni angoli, alcune librerie ed alcuni ristoranti della città ducale.
Ma il fatto che non lo consideri un "vero" viaggio non significa affatto che non consideri Genova come una meta meritevole.
Anzi, era da tanto che meditavo un post sull'argomento; e ho deciso di approfittarne traendo spunto dalla gita dello scorso sabato, in cui alla mia spedizione genovese stavolta si sono unite anche Tabby Cat, Siamese Cat e Gothic Cat, riunendo la compagnia felina (quasi) al gran completo.
Mi piace Genova, perché è un altro caso di città che non è solo bella, ma ha anche una spiccata personalità.
In questo un pochino si somigliano, lei e Torino: prendono le loro nobili vestigia come un dato di fatto, che non impedisce loro di rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani; anzi, è proprio il loro animo operaio (o marinaio) che gli dona la loro forza di carattere, la loro umiltà testarda.
Non amano ostentare, parlano poco e per indole preferiscono dimostrare le cose con i fatti, più che con gli slogan. Hanno tesori nascosti che bisogna saper cercare, senza paura di mettersi a rovistare: a Torino nei cortili dei palazzi, a Genova nei carrugi.
A Genova quando cammini devi sempre tenere lo sguardo alto: magari ci puoi trovare un'edicola votiva dedicata alla Madonna dalla bellezza antica, oppure una finestra conservata dai tempi dell'Antica Repubblica, o magari un trompe l'oeil.
Puoi trovarti di fronte all'improvviso una piccola chiesa, un palazzo che si distingue dagli altri o qualche altro piccolo gioiello fané che si nasconde stipato nello spazio esiguo dei vicoli.
Che Genova sia tirchia è solo uno stereotipo, ma come tutta la Liguria è una strisciolina di terra molto stretta, schiacciata fra le montagne ed il mare, ed ha dovuto imparare a sfruttare lo spazio al meglio - non solo in termini di efficienza, ma anche di creatività.
C'è una varietà di motivi e di disposizioni nei suoi edifici che la rende originale, che la lascia fedele al suo carattere sobrio ma donandole contemporaneamente movimento, personalità.
E il suo centro storico è un labirinto in cui può essere bello perdersi, conoscendo un po' tutte le sue anime, compresa quella un po' più borderline del quartiere etnico vicino al porto; e poi sbucando all'improvviso in qualche anfratto dove in maniera inattesa trovi ricordi bellissimi dei momenti di maggiore ricchezza della sua storia.
Abbiamo cominciato il nostro giro salendo alla Spianata Castelletto.
Per raggiungerla velocemente si può prendere l'ascensore in piazza Portello, su cui si può salire con un biglietto dell'autobus e che ha un fascino particolare: con il suo stile liberty sembra quasi che ti porti a fare un giro in un'altra epoca, non solo qualche decina di metri più in alto.
Dalla Spianata non solo la vista è bellissima, ma aiuta anche a capire da quali tessere sia composto il mosaico della città: quella commerciale del porto, quella storica del centro con i suoi fasti architettonici, quella pragmatica di contorno con la sua modernità, spesso un po' troppo spartana e anche un po' aggressiva nel suo tentativo di erodere spazio al resto.
Siamo rimaste qui per un po' - sulle panchine a guardare i bambini che giocavano, sfidando (ingenuamente o ironicamente) il cartello che vieta il gioco della palla, e dalla balconata a contemplare Genova, fotografando e fotografandoci.
Il Duomo di San Lorenzo è la chiesa più importante di Genova, e, secondo me, anche la più bella.
E' imponente e svettante, nonostante una delle sue due torri sia incompleta a causa della prematura dipartita del suo architetto.
E' guardata a vista da 4 leoni ed arricchita da numerosi intarsi e sculture.
Lo stile ricorda un po' il gotico francese, ma è stata personalizzata con le strisce bianche & nere che si ritrovano spesso nell'architettura italiana di quel periodo.
Meritevole anche l'interno, con marmi ed affreschi, e la curiosità di un paio di bombe inglesi della II guerra mondiale che caddero all'interno della chiesa, inesplose.
E, ad un certo punto, si sbuca in Piazza De Ferrari.
E, nonostante l'abbia già vista numerose volte, riesce sempre a lasciarmi a bocca aperta.
E' grande ed ariosa, dominata al centro dalla sua grande fontana che è come un gioiello di giochi d'acqua. Essa è incorniciata dal Palazzo Ducale, dal Teatro Carlo Felice e dall'antico palazzo della Borsa, e regala una prospettiva incantevole.
Oggi l'acqua della fontana era colorata di blu in omaggio alla Giornata Internazionale dell'Autismo. Diverse città hanno aderito - ad esempio a Torino la Mole si è tinta dello stesso colore.
Piazza De Ferrari, con il suo ampio respiro, sembra quasi in contrasto con gli spazi più intimi e ristretti che caratterizzano il resto della città, soprattutto la parte antica; ma diventa in questo modo il suo cuore, pulsante di bellezza.
E' una sorta di punto di raccordo attorno al quale si snodano le diverse parti della città: quella medioevale attorno al Porto, quella ottocentesca verso Brignole e quella rinascimentale.
Il Porto Antico è un'altra meta fra le mie preferite, non fosse altro per poter respirare e vedere un po' di mare.
Il mare che si vede dentro un porto è sempre un mare un po' prigioniero e sedato, ma in una bella giornata di inizio primavera come quella di sabato era già possibile annusare la salsedine nell'aria.
Al Porto Antico è bello stare sedute su una panchina a chiacchierare, oppure passeggiare fino alle chiatte che ci sono oltre l'Acquario, lungo la via intitolata a Fabrizio De Andrè.
Da qui si può ammirare un po' più da vicino la Lanterna, simbolo storico della città, passando di fianco ad altri due simboli minori più recenti, come il Bigo (ascensore panoramico dalla struttura molto originale, ispirata all'omonima gru utilizzata per caricare le merci al porto) e la Biosfera, una struttura sferica di vetro di 20 mt di diametro che riproduce al suo interno un ecosistema tropicale con farfalle, uccelli e felci.
Ma la maggiore attrazione del Porto è sicuramente l'Acquario, una visita sicuramente meritevole, per gli animali da vedere e gli ecosistemi riprodotti. Personalmente ci sono stata circa 15 anni fa, ma ne ho tuttora un ricordo molto piacevole. Sicuramente è un'attrazione principalmente adatta ai bambini, ma anche per gli adulti può essere interessante.
"Genova è anche gli amici che da lontano ti vedono crescere ed invecchiare
per esempio i pescatori, che hanno la faccia solcata da rughe che sembrano sorrisi,
e, qualsiasi cosa tu gli confidi, l'hanno già saputa dal mare"
(Fabrizio De Andrè)
E' da poco che ho scoperto il tuo blog.
RispondiEliminaE stata una scoperta molto piacevole. Leggo con piacere.
Brava.
Grazie Fabio.
EliminaAnch'io leggo con piacere il vostro ed è un onore averti fra i miei lettori.
Il mio blog esiste da gennaio in inglese e solo da un paio di settimane ho inaugurato la versione italiana, al momento ancora un po' povera di contenuti ma con l'obiettivo di crescere nel tempo!
Grazie per aver parlato con affetto della mia citta`!!
RispondiEliminaGinger Cat
Grazie a te mia cara per essere passata di qua :)
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