Ciao Giugno, ma tu ci sei stato veramente? No, perché mi pare che tu sia passato un po' troppo di corsa - tanto di corsa che, adesso, ...

Il mese di Giugno in #10scatti Il mese di Giugno in #10scatti

Il mese di Giugno in #10scatti

Il mese di Giugno in #10scatti

Ciao Giugno,
ma tu ci sei stato veramente?
No, perché mi pare che tu sia passato un po' troppo di corsa - tanto di corsa che, adesso, che siamo nei primissimi giorni di Luglio, mi sembra quasi di non avere ricordi legati a te, della sabbia che è scivolata via fra le dita veloce, esageratamente veloce.
Non so esattamente cosa sia stato, Giugno. Non so perché ci siano periodi in cui la vita sembra scappare ed altri in cui invece rimane: se sia solo dovuto agli ingredienti con cui riempiamo le nostre giornate, alla proporzione fra dovere e piacere, fra prendere il controllo e lasciarsi scivolare le cose. O forse è solo un caso, una congiunzione astrale - ci sono giorni che va così, e non c'è un motivo.
Forse è perché sei stato compresso fra due viaggi, e non ho fatto tempo a sognare l'Inghilterra perché ancora non avevo smaltito la nostalgia della Spagna - però è anche vero che l'Inghilterra non è qualcosa che semplicemente "sogno", come faccio per qualunque altro viaggio. L'Inghilterra è più un ritorno a casa che un vero e proprio viaggio per me: è qualcosa che sento ogni giorno, che cerco ogni giorno, che mi manca ogni giorno.
E quindi - quindi non centra niente.
E non posso nemmeno dire che tu sia stato un mese vuoto, Giugno. Tutt'altro. Sei stato anzi abbastanza pieno, quasi da essere confuso.
Ok, magari è per questo che sei corso via così. Per non costringermi troppo a rimuginare su risposte che non so ancora darmi.
E allora - via, la smetto di blaterare. E provo, come al solito, a condensarti in #10scatti...




#1 - [Angoli di Genova]
Una città non puoi dire di conoscerla bene finché non ti metti ad esplorare anche quelle zone che non compaiono mai sulle guide turistiche.
Che poi, in certi casi, cosa è che decide se un posto è degno o meno di finire fra le pagine di una guida? Importanza storica, prestigio o puro marketing?
Beh, io ho la mia local guide personale, che sarebbe Ginger Cat - e in tutti questi anni di angoletti un po' nascosti ma assolutamente degni di nota me ne ha fatti scoprire parecchi.
E, prima o poi, sì, dovrò scriverne...


#2 - [Leggete, leggete sempre...]
Giugno è stato un mese di immersione totale nella lettura.
Avete presente quella meravigliosa, avvolgente sensazione di quando un libro ti prende moltissimo, tanto che non vorresti più staccartene, che vorresti fonderti completamente con le sue pagine?
Con gli anni sto diventando una lettrice sempre più esigente, ma ogni tanto riesco ancora a trovare la fortuna, le predisposizione d'animo per riuscire a cadere in questo incantesimo.
Questa foto è stata sempre scattata a Genova, ed è una mini-biblioteca gratuita allestita nel cortile di una chiesa: adoro questo genere di iniziative, e penso che abbiano una certa utilità per avvicinare le persone alla lettura - non fosse altro facendo leva su uno dei più dei meccanismi di cambiamento più potenti che l'umanità ha a disposizione: la curiosità...


#3 - [I semplici piaceri della vita]
Anche se a tavola mi piace sperimentare, assaggiare accostamenti improbabili e deliziarmi le papille con piatti elaborati e/o raffinati, se mi chiedete qual è la cosa che preferisco in assoluto, quella a cui non so mai dire di no, la risposta è molto semplice.
Tagliere, pane casereccio e vino rosso.
Semplice ma saporito, caldo, buono.
Come tutti i migliori piaceri della vita.


#4 - [Tabby Cat & the Wine]
Parlando di vino, l'associazione mentale con Tabby Cat sorge spontanea.
Tabby è la mia compagna di bevute preferita - suona brutto dirlo così?
Beh, non è brutto: da amanti del vino a noi piace gustarlo, non ubriacarcene.
Ci ubriachiamo solo di chiacchiere e risate quando siamo insieme.
E del resto ho sempre pensato che le persone che preferiscono il rosso abbiano una marcia in più...


#5 - [Sono nata nel Paese sbagliato]
Lo penso molto spesso, quasi quotidianamente.
Non perché in Italia ci sia qualcosa di "sbagliato" - o meglio, giusto o sbagliato non sono misure più di tanto oggettive, dipendono dal punto di vista, dalle esigenze e dalle opinioni di ciascuno. Semplicemente perché io non mi "sento" Italiana, non mi sento al mio posto qui.
Non so se mai avrò il coraggio, o la spinta che mi faccia cadere dal trampolino, per buttarmi ed andare a vivere nel Paese che ritengo "giusto" per me, quello che mi fa sentire a casa più di quanto faccia casa mia.
Per ora mi accontento di visitarlo 5, 10 giorni l'anno e sospirarne la mancanza i rimanenti 355.
Faccio male, lo so.
Ma per favore non ditemelo...


#6 - [Sì, viaggiare...]
Quante volte l'ho scritto? Tante quante ne bastano per farlo suonare quasi scontato ormai.
Ma il viaggio, il viaggio... è una delle cose più belle della vita: è una vita nella vita, una sua estensione, quasi.
E' la parte che preferisco è sempre la partenza: mi piacciono le vigilie, gli inizi - quando tutto è promettente, quando nessuna pagina è ancora stata scritta, e gli eventi potrebbero prendere qualsiasi piega.
Le vigilie hanno un sapore magico, di potenzialità.
E ci ricordano che, volendo, anche la vita è così.
Basta saperle vedere le partenze, gli inizi che abbiamo nel quotidiano - perché spesso si camuffano, sono discreti, non si fanno sentire. E magari ce ne rendiamo conto solo quando siamo già in viaggio da un pezzo...


#7 - [...dicevamo??]
...dicevamo? Riguardo ai libri? E riguardo al Paese in cui più mi sento a casa?
Questa nella foto è la sala di aspetto della stazioncina ferroviaria di Arundel, un paesino minuscolo nella campagna del Sussex, con un castello spettacolare e poco altro.
Ma nella sala d'aspetto ci sono divani comodissimi. E scaffali di libri.
Che possono voler dire che: 1) i treni hanno spesso dei ritardi spaventosi; oppure 2) in Inghilterra l'amore per la lettura ha un'estensione in larghezza ed in profondità che in Italia difficilmente raggiungeremo mai...


#8 - [Il tè è una cosa seria]
Io ho cominciato a bere té attorno ai 18 anni.
Guarda caso, lo stesso anno in cui sono stata a Londra per la prima volta. A casa mia non si usava: si prende giusto una tisana rilassante quando si ha difficoltà a dormire, ma per il resto qualunque tipo di infuso è considerato alla stregua dell'acqua sporca.
Da quando l'ho scoperto è diventato una delle mie coccole preferite.
E, nel Paese in cui mi sento a casa, è decisamente una cosa seria.
Ci passerei tutti i pomeriggi in una tea room così, se abitassi lì.
L'unico lato positivo di non poterlo fare è che evito di raddoppiare il mio peso...


#9 - [Sembra ma non è...]
Sembra caffè ma non lo è.
E' zuppa di pomodoro e mango servita come entrée in un ristorante indiano di Brighton.
Sembra innocuo, ma è piccantissima.
Sembra un rituale (quello nostrano dell'espresso) - ma è un altro: quello che abbiamo io e Ginger durante i nostri viaggi, specialmente in terra britannica, di fare almeno una cena indiana.
Sembra italiano, ed un po' lo è: il cameriere che ci ha servite ha vissuto e lavorato a Roma per 25 anni, e parlava anche romanesco.
Poi ci ha offerto il gelato come dessert - forse perché ci siamo tornate due volte, o forse perché un po' aveva nostalgia dell'Italia. In ogni caso è stato carinissimo...


#10 - [Pezzi di Inghilterra che porto in Italia]
I libri di Sarah Waters, che qua sono pressochè introvabili.
Gli scones al formaggio di Marks & Spencer, che qua sono proprio del tutto inesistenti.
Il pan carré, perché qui è meno soffice.
I cookies, perché qui sono meno saporiti.
I sorrisi, "Sorry" e "Thank you", perché qua spesso ce li dimentichiamo.
Gli ombrelli ultra-light, perché qui piove di meno.
L'accento inglese, perché se riuscissi a conservarlo anche quando torno non starei mai zitta.
Mind the gap, perché a volte me ne dimentico. Non di quello fra treno e banchina - no, solo quello fra ciò che ho e ciò che vorrei.
Che forse non posso avere.
O che, semplicemente, non ho...

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