luglio 17, 2016
Quando sei di ritorno da Brema ad Amburgo nel tardo pomeriggio dell'ultimo giorno che trascorrerai in questo angolo nord di Germania, non hai voglia di tornare subito in centro.
Dopo aver assaporato la poesia medievale di Brema, i suoi vicoli e le casette, i suoi pinnacoli di gotico e gli angoletti pittoreschi - non hai voglia di tuffarti nella modernità un po' fredda, squadrata, di Amburgo. Domani parti, e ti vuoi viziare ancora un po' con le cose belle, quelle che piacciono a te, prima di salutare questi posti. Un po' come, la domenica sera, a volte ti concedi un cioccolatino a fine cena, per indugiare ancora un po' nelle dolcezze del weekend.
E del resto oggi è il weekend - è ancora weekend, anche se è lunedì.
Domani si torna a lavorare - e chissà come sono andati avanti i miei progetti in mia assenza. Chissà se le mie elaborazioni dati sono andate in errore. Chissà cos'è successo.
Ma per ora non ci penso.
Per ora mi voglio ancora gustare il mio cioccolatino di fine weekend.
La mia cartina turistica di Amburgo, ormai bagnata e spiegazzata, mi segnala che c'è questo pittoresco sobborgo di pescatori.
"Pittoresco" è un aggettivo un po' abusato e forse al giorno d'oggi ormai suona insulso, ma non importa.
Anche se è insulso, "pittoresco" è proprio quello che cerco.
Si chiama Blankenese.
E' un nome che mi fa venire in mente Biancaneve.
Biancaneve è un soprannome che mi hanno dato persone diverse in tempi diversi - quindi sto ormai cominciando a pensare che mi appartenga, e mi ci sto affezionando.
Curioso, dato che contemporaneamente sono anche un gatto nero - ma ci sta: sono anch'io pallida, e quando, d'estate, mi fanno notare la mia scarsa abbronzatura, mi posso procurare una maglietta che ho trovato in giro su Internet che dice "I'm not pale, I'm Snow White".
Comunque - Blankenese in realtà significa "promontorio bianco", perché questo sobborgo è tutto arrampicato in collina, in riva al fiume Elba, e perché le casette in basso, quelle che appartenevano ai pescatori, sono bianche. E con il tetto di paglia.
C'è un pulmino minuscolo che fa il giro per i vicoletti stretti e ripidi del sobborgo, partendo dal piazzale dove c'è la fermata della S-Bahn che collega Blankenese con il centro di Amburgo.
Però poi ci sono punti in cui non può passare, e che vanno esplorati a piedi: scale che vanno su e giù fra una casetta all'altra, e che volendo ti fanno salire in alto, fino in cima, a vedere l'Elba che serpeggia grigio e a vedere quello che c'è oltre - un altro pezzetto lontano e diverso di Amburgo. O forse no, non è nemmeno più lei.
C'è un'aria gelida ed insistente, ed una pioggerella fine che picchia di traverso, rendendo inutile l'ombrello; ma non mi ferma subito.
Ho bisogno del mio cioccolatino, ho bisogno di esplorare un altro po' vicoletti, casette, angoletti confortevoli.
Il problema dei cioccolatini, però, è che sono piccoli, e in bocca si sciolgono in fretta.
E' ora di tornare, è ora di finire questo weekend, questo viaggio.
Però - prima o poi, ne verranno altri...
Quando sei di ritorno da Brema ad Amburgo nel tardo pomeriggio dell'ultimo giorno che trascorrerai in questo angolo nord di Germani...
Blankenese, il lato "cosy" di Amburgo
Quando sei di ritorno da Brema ad Amburgo nel tardo pomeriggio dell'ultimo giorno che trascorrerai in questo angolo nord di Germania, non hai voglia di tornare subito in centro.
Dopo aver assaporato la poesia medievale di Brema, i suoi vicoli e le casette, i suoi pinnacoli di gotico e gli angoletti pittoreschi - non hai voglia di tuffarti nella modernità un po' fredda, squadrata, di Amburgo. Domani parti, e ti vuoi viziare ancora un po' con le cose belle, quelle che piacciono a te, prima di salutare questi posti. Un po' come, la domenica sera, a volte ti concedi un cioccolatino a fine cena, per indugiare ancora un po' nelle dolcezze del weekend.
E del resto oggi è il weekend - è ancora weekend, anche se è lunedì.
Domani si torna a lavorare - e chissà come sono andati avanti i miei progetti in mia assenza. Chissà se le mie elaborazioni dati sono andate in errore. Chissà cos'è successo.
Ma per ora non ci penso.
Per ora mi voglio ancora gustare il mio cioccolatino di fine weekend.
La mia cartina turistica di Amburgo, ormai bagnata e spiegazzata, mi segnala che c'è questo pittoresco sobborgo di pescatori.
"Pittoresco" è un aggettivo un po' abusato e forse al giorno d'oggi ormai suona insulso, ma non importa.
Anche se è insulso, "pittoresco" è proprio quello che cerco.
Si chiama Blankenese.
E' un nome che mi fa venire in mente Biancaneve.
Biancaneve è un soprannome che mi hanno dato persone diverse in tempi diversi - quindi sto ormai cominciando a pensare che mi appartenga, e mi ci sto affezionando.
Curioso, dato che contemporaneamente sono anche un gatto nero - ma ci sta: sono anch'io pallida, e quando, d'estate, mi fanno notare la mia scarsa abbronzatura, mi posso procurare una maglietta che ho trovato in giro su Internet che dice "I'm not pale, I'm Snow White".
Comunque - Blankenese in realtà significa "promontorio bianco", perché questo sobborgo è tutto arrampicato in collina, in riva al fiume Elba, e perché le casette in basso, quelle che appartenevano ai pescatori, sono bianche. E con il tetto di paglia.
C'è un pulmino minuscolo che fa il giro per i vicoletti stretti e ripidi del sobborgo, partendo dal piazzale dove c'è la fermata della S-Bahn che collega Blankenese con il centro di Amburgo.
Però poi ci sono punti in cui non può passare, e che vanno esplorati a piedi: scale che vanno su e giù fra una casetta all'altra, e che volendo ti fanno salire in alto, fino in cima, a vedere l'Elba che serpeggia grigio e a vedere quello che c'è oltre - un altro pezzetto lontano e diverso di Amburgo. O forse no, non è nemmeno più lei.
C'è un'aria gelida ed insistente, ed una pioggerella fine che picchia di traverso, rendendo inutile l'ombrello; ma non mi ferma subito.
Ho bisogno del mio cioccolatino, ho bisogno di esplorare un altro po' vicoletti, casette, angoletti confortevoli.
Il problema dei cioccolatini, però, è che sono piccoli, e in bocca si sciolgono in fretta.
E' ora di tornare, è ora di finire questo weekend, questo viaggio.
Però - prima o poi, ne verranno altri...
About author: Serena Chiarle
Analitica come stile di vita, e data scientist di professione. Introversa e fiera di esserlo, ho come arma preferita il sarcasmo. Viaggio spesso con il pensiero e ogni tanto anche dal vivo. Leggo per legittima difesa e scrivo con premeditazione di reato - oppure per evitare di commetterne. Bevo vino rosso, caffé senza zucchero, parlo con i gatti e fotografo tramonti. Amo le contraddizioni perché è così che funziona.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 comments: