Rende lo skyline torinese pressoché unico, e, quando la vedi per la prima volta, senza sapere cosa sia, ti viene difficile classificarla in una qualsivoglia categoria di edifici.
Avrebbe dovuto essere una sinagoga ebraica, ma, per la sua forma e per le sue dimensioni, non assomiglia affatto ad una sinagoga.
Beh, se è per questo non assomiglia a nessun altro tipo di edificio al mondo.
Alessandro Antonelli, l'architetto che l'ha progettata, era una sorta di genio un po' folle, e sarebbe interessante poter entrare nella sua mente e vedere quali originalissimi collegamenti neurali si sono attivati quando ha concepito questo progetto.
Al di là della teoria che sostiene che dovrebbe essere una specie di antenna in grado di convogliare tutti i flussi di energia che sgorgano nel sottosuolo torinese ed irradiarli sulla città, in molti trovano che in realtà assomigli ad un dito che punta verso il cielo.
Ma del resto il cielo è un luogo per i sognatori, quindi la Mole io la vedrei come una sorta di mix fra queste due cose: un'antenna sì, che però non capta forze dal sottosuolo bensì sogni dal cielo e li custodisce dentro di sè - ecco perché è stata scelta come sede per il Museo del Cinema...
"Perché il cinema è la fabbrica dei sogni del mondo libero, signor Grant, la sua coscienza e la sua immaginazione" - Wu Ming, 54Il Museo del Cinema di Torino non è solo una ricca collezione di tutto ciò che ha fatto la storia del cinema fin dalla sua Età della Pietra, e di tutto ciò che è relativo al lavoro retrostante alla creazione di un film - ma si focalizza anche con molta attenzione su *come* queste informazioni vengono trasmesse agli spettatori.
Il cinema non è solo combinare parole ed immagini al fine di raccontare delle storie, ma è anche atmosfere ed ambientazioni che sono in grado di trasmettere emozioni ed esaltare il messaggio che si cela dietro la storia.
E questo museo si propone di seguire la stessa modalità comunicativa.
E' una metafora del suo stesso contenuto: come tutti i bei film, non ha solo un cast di talento ed una trama interessante, ma anche una scenografia emozionante ed una fotografia potente.
Sa catturare l'attenzione, sa stimolare riflessioni e sa come far scorrere le emozioni...
Che cosa si potrebbe volere di più da un film fatto di film?
La trama del museo segue un ordine logico e cronologico.
Per prima cosa ci racconta come tutto è iniziato, tutti gli eventi e le scoperte che hanno portato alla nascita del cinema così come lo conosciamo oggi.
Ogni storia che valga la pena essere raccontata di solito si sviluppa partendo da tanti piccoli episodi che si trasformano in tessere di un puzzle, e che tutti insieme forniscono il loro contributo alla costruzione, passo dopo passo, della storia finale.
Per il cinema queste tessere sono tutte le scoperte scientifiche che vengono illustrate nell'area del museo denominata Archeologia del Cinema.
Qui è possibile vedere ed interagire con tutte le invenzioni che hanno preceduto e resa possibile la meravigliosa idea concepita dai Fratelli Lumiére.
Questa è la mia sezione preferita del museo.
Forse per la sua aria vintage; forse perché trasmette un senso di anticipazione di ciò che si potrà vedere successivamente - e a me le vigilie sono sempre piaciute; ... e forse anche perché permette molta interazione - ed interagire è il modo più divertente per imparare.
Si cammina circondati da antiche divinità che si muovono aggraziate nei teatri delle ombre, si girano lanterne magiche, si sbircia dentro scatole ottiche guardando scorrere vecchie foto - vedendo anche qualche testimonianza di com'era la Mole mentre era ancora in fase di costruzione (senza punta, come un cucciolo di unicorno a cui non è ancora spuntata l'escrescenza ossea).
Quella che mi piace di più è la parte che spiega i principi basilari dell'ottica.
Ho sempre trovato affascinante il fatto che i nostri occhi, al fine di ricostruire l'immagine che vedono, la devono prima girare sottosopra - come se, per riuscire a carpire davvero qualcosa, dovessi prima sperimentare il suo esatto contrario.
Qui si può giocare con i prodigi dell'ottica: ci sono specchi che deformano e che snelliscono; lenti che avvicinano e che allontanano; e soprattutto ci si può vedere ribaltati sottosopra, esattamente come sarebbe successo guardando dentro una macchina fotografica nel XIX secolo.
E magari così vi potrete domandare come sareste, se foste il contrario di voi stessi...
Ma andiamo avanti con la trama.
Adesso è il momento di analizzare i fatti, e capire cosa ci sia dietro alla storia.
La sezione chiamata La Macchina del Cinema è dedicata ai diversi aspetti/fasi del making of di un film.
Ogni tassello è importante per costruire il mosaico finale; ogni ruolo o momento ha la sua nicchia nel Museo, dove viene spiegato come funziona e che obiettivo ha.
Qui potrete sentire il regista urlare "Azione!", qui potrete sognare di essere una diva - o, se siete come me, di diventare uno sceneggiatore.
E soprattutto qui potrete fare la conoscenza di tutti quei personaggi che hanno avuto un ruolo fondamentale in questa trama che rappresenta la storia del cinema...
Nonché scoprire che Marilyn Monroe aveva i piedi molto piccoli, ma un decollete molto florido!
E poi, finalmente, la trama raggiunge il suo punto di climax.
Eccoci qui, nel cuore della storia, nel momento in cui i sogni diventano più vividi.
Il cuore della Mole Antonelliana e del Museo è la cosiddetta Sala del Tempio, che è dedicata ai principali temi e generi cinematografici.
Nella sezione dedicata all'animazione ci sono mini schermi alati e ricoperti di piume gialle, prigionieri di una gabbia per uccelli come Titti - ed un buco nel muro con la forma della sagoma di Will E. Coyote.
Poi entri in un frigo gigante pensando a Bunuel; incontri i buoni & i cattivi di Guerre Stellari; ti imbatti nel laboratorio di uno scienziato pazzo; e sogni ad occhi aperti di passioni e melodrammi su un letto rotondo di velluto rosso con di fronte un orologio che segna sempre la mezzanotte - l'ora in cui i sogni diventano realtà ed il tuo Principe Azzurro recupera la tua scarpetta andata persa per riuscire a ritrovarti anche in mezzo a zucche arenate e topi delusi.
White Cat & Star Wars |
Ed ecco, appena girato l'angolo, un enorme dio assiro assetato di sangue che ti aspetta con la mascella spalancata per dirti perché il Museo è stato costruito qui.
Il suo nome è Moloch ed è uno dei protagonisti di Cabiria, un lungo capolavoro del cinema muto italiano, scritto da Gabriele D'Annunzio e che era stato girato qui a Torino.
Pensando al cinema italiano forse viene in automatico da associarlo a Cinecittà, e in pochi ricordano che in realtà è nato qui, all'ombra della Mole.
Vi ricordate che cosa vi avevo detto qualche giorno fa?
Qui le cose nascono - ma poi si devono muovere altrove per riuscire a crescere e a svilupparsi...
Ma adesso è giunto il momento di rilassarsi su una chaise-longue e godersi lo spettacolo.
Il film è dunque giunto alla fine, i titoli di coda scorrono sullo schermo...
Ma, per favore, non andate ancora via.
C'è ancora una cosa da vedere.
Se volete inseguire i vostri sogni dovete puntare in alto, dovete avvicinarci al cielo.
Per farlo vi basta aggiungere 3 euro al vostro biglietto e, se non soffrite di vertigini, mettetevi in coda per l'ascensore.
E' un cubicolo completamente trasparente, che corre fino in cima al Museo in appena 59''.
E' come volare dentro ad una bolla di sapone, e, mentre salite sempre più in alto fra i segreti di questo scrigno pieno di sogni, vi troverete ad 85 mt di altezza prima ancora che ve ne rendiate conto, a contemplare Torino dall'alto, circondati dalla corona delle Alpi e con chissà quanti altri sogni che vagano nell'aria - ancora da realizzare e pertanto ancora colmi di speranza...
E allora apri il tuo cuore, ed aggiungi anche i tuoi...
White Cat contempla Torino dall'alto per la prima volta |
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