Sarà che la stanchezza mi rende lamentosa e rugnante come un neonato che ha bisogno di dormire - e confesso che, forse l'età sta cominciando a farsi sentire, ma dopo aver esplorato una larga fetta di Parigi contando unicamente sulle energie dei miei piedi, mi sento stanca assai...
In ogni caso ho deciso di dedicare la giornata di oggi a parlare un po' di qualche lato negativo.
Sì, lo so che avevo fatto la mia promessa da boy (girl? cat?) scout di sforzarmi di focalizzarmi sempre principalmente sui lati positivi, e anzi di andarli sempre a cercare proattivamente, al costo di mettersi a ravanare in mezzo all'impossibile pur di trovarli. Penso di riuscirci quasi sempre e, credetemi, non è stato facile auto-formarmi e disciplinarmi in questo, dal momento che non sono affatto nata né stata educata così.
Beh, ma ora la mia digressione suona un po' troppo mélo: in fin dei conti i lati negativi di una vacanza parigina non sono poi così cupi e duri da sopportare.
Però penso che un po' di sana critica ogni tanto possa essere altrettanto utile dell'enumerazione di ciò che è bello e piacevole.
Innanzitutto oggi ho cominciato a sperimentare gli aspetti negativi dell'essere un viaggiatore in solitaria.
In particolare per il fatto che, se giri da solo, vieni infastidito/tampinato/interpellato assai più frequentemente dagli scocciatori occasionali, soprattutto per chiederti dei soldi.
Ad esempio sono stata fermata da una signora lungo il Quay d'Orsay che voleva generosamente farmi dono di uno spesso anello d'oro che millantava di aver trovato per terra, perché a suo dire mi avrebbe portato un'infinita dose di fortuna e felicità. Peccato che avevo notato chiaramente che non ci fosse alcun anello per terra un secondo prima che lei si chinasse per fingere di raccoglierlo - e, dato che i gioielli a me interessano meno di quanto potrebbe interessare ad un eunuco una copia di Playboy, non sono stata indotta in tentazione di accettare; però un po' di curiosità nel sapere come poi si sarebbe manifestata la fregatura confesso che mi è rimasta.
Mentre mi stavo interpicando sulla Butte di Montmartre, invece, sono stata letteralmente bloccata per 5 lunghi minuti da un gruppo di ragazzi che volevano "regalarmi" dei braccialetti di cotone intrecciati con "i colori della mia bandiera".
Mon dieu, l'ultima volta che ho indossato "i colori della mia bandiera" credo che avessi 14 anni e che ci fossero i Mondiali di calcio. E, se proprio devo essere sincera, non sono proprio una grande fan dei colori della mia bandiera: mi sembrano un po' un'insalata caprese, se vogliamo proprio dirla tutta...
Comunque, ho rifiutato educatamente, ma qualcosa nella parola "No" evidentemente non era stato chiaro ed hanno continuato ad insistere, per cui ho provato semplicemente ad ignorarli e a proseguire il mio cammino; ma a quel punto mi hanno letteralmente bloccato la strada ed hanno cominciato ad accusarmi di mancanza di rispetto. Giusto cielo, evidentemente avevo dimenticato attiva la mia calamita attira - drama queen anche in vacanza...
Va beh, per farla breve ho dovuto mettere in pratica il triste principio che spesso solo alzando la voce si ottengono le cose: mi sono piuttosto alterata, per cui l'hanno piantata con i loro braccialetti e mi hanno lasciata proseguire.
L'altro aspetto negativo di viaggiare da sola in realtà riguarda la mia già sopra accennata tendenza al masochismo.
Non che pensassi che prendere la metropolitana ogni tanto potesse mandarmi in bancarotta; l'ho fatto essenzialmente perché mi piace camminare e perché sapevo che spostandomi a piedi avrei avuto modo di scoprire tanti angoletti ameni che altrimenti sottoterra mi sarei persa, e di respirare un po' più a fondo la vita quotidiana della capitale francese.
Però già alla sera del primo giorno i miei piedi stavano meditando di togliermi il saluto e di intraprendere un sit-in di protesta, nonostante li avessi abbondantemente e frequentemente carburati di energia offerta dal tripudio di zuccheri offerto dalla pasticceria francese.
Per cui, ecco, senza nessuno che mi moderi e che mi imponga dei ritmi più umani, urge imparare da sola a rallentare un pochino, magari vedendo meno cose ma assaporandosele con più lentezza.
Bene, domani si terrà la prima lezione; vedremo come andrà.
Cara Parigi, adesso però tocca a te.
Pensavi forse di non avere degli aspetti negativi?
Beh, ammetto però che, per quanto mi riguarda, gli aspetti negativi di Parigi sono principalmente quelli che la assimilano un po' all'Italia:
[-] è piuttosto difficile trovare qualcuno che parli Inglese (e, col mio scadente Francese, forse dovrei seguire un vecchio consiglio di mio zio e provare a parlare Piemontese);
[-] la domenica è tutto chiuso (mi verrebbe da dare la colpa al Cattolicesimo per questo, ma forse non è il caso di lanciarsi in disquisizioni sociologiche per così poco);
[-] ci sono decisamente troppi ristoranti (o brasseries o bistrots che dir si voglia) che di fatto sono trappole per turisti: fingono di servire i "grandi classici" della celeberrima e blasonata gastronomia nazionale, ma di fatto il cibo che ti offrono di prestigioso ha solo il prezzo e non di certo il sapore.
E devo confessare che oggi ho pranzato proprio in uno di questi posti: non ho nessuna attenuante, perché l'avevo annusato lontano un miglio che appartenesse alla categoria spenna-turisti; ma ero piuttosto affamata quando sono uscita dall'Orsay, e non c'era nient'altro di aperto nei dintorni (vedi punto precedente).
A proposito di Orsay.
Sì, oggi penso di poter riuscire a trovare un aspetto negativo anche per uno dei musei più belli del mondo.
Ovvero, il divieto di fotografare.
Lo so che è una regola piuttosto comune in qualunque museo, ma è stata veramente una tortura: tutta quella bellezza attorno, non solo costituita dai quadri e dalle statue, ma anche dalla location (e da come erano sistemati quadri e statue all'interno della location)... e la mia macchina fotografica e il mio telefono erano costretti a rimanere prigionieri nella mia borsa.
Vi ricordate cosa vi ho detto ieri riguardo ai musei?
Che per me sono solitamente una seconda scelta perchè preferisco vagare per la città?
Beh, l'Orsay probabilmente rappresenta l'unica eccezione.
Ho sempre desiderato visitarlo, da sempre. E' ne è assolutamente valsa la pena.
Non ho mai visto tanta bellezza tutta racchiusa in un unico posto.
Non solo Renoir, Monet, Manet... ma anche tutta una serie di artisti meno celebri ma ugualmente degni di trovarsi in un simile tempio.
Mi piace l'Impressionismo perché non mostra solo ciò che l'occhio vede, ma mostra le cose come le vede il cuore, traduce visivamente le emozioni che prova chi sta osservando la scena rappresentata.
E' un'interpretazione visiva della realtà attraverso il filtro di un'emozione - che è un po' quello che provo a fare, molto in piccolo, con l'editing delle mie foto.
Ma certi quadri avevano una nitidezza, una precisione ... una tale cura dei dettagli che sembravano quasi fotografie.
E, riflettendoci, per me è una cosa curiosa che, per fare un complimento ad un bel quadro, gli si dica che sembri una fotografia; dal momento che, di solito, riesco ad essere veramente soddisfatta dei miei foto-ritocchi quando mi viene da dire "Oh, sembra quasi un quadro!!".
Volete leggere delle mie altre giornate parigine??
--> Qui trovate il resoconto del primo giorno: bellezze gotiche, ghiri nelle teiere e lucchetti d'amore
--> Non ci si può lagnare se si è in vacanza a Parigi!! Il secondo giorno è stato anche pieno di tante belle cose, come Montmartre e il Quartiere Latino
--> ...e Montmartre merita un post tutto per sé: ecco le mie impressioni sulle orme dei poeti maledetti e di Amélie Poulain
--> ...il terzo giorno il relax è stato d'obbligo dopo tanto camminare, e io ho scelto parchi e il meraviglioso gatto-caffè!
marzo 28, 2014
Sarà che la stanchezza mi rende lamentosa e rugnante come un neonato che ha bisogno di dormire - e confesso che, forse l'età sta cominci...
Parigi - Giorno 2 ... lagne di un Grumpy Cat
About author: Serena Chiarle
Analitica come stile di vita, e data scientist di professione. Introversa e fiera di esserlo, ho come arma preferita il sarcasmo. Viaggio spesso con il pensiero e ogni tanto anche dal vivo. Leggo per legittima difesa e scrivo con premeditazione di reato - oppure per evitare di commetterne. Bevo vino rosso, caffé senza zucchero, parlo con i gatti e fotografo tramonti. Amo le contraddizioni perché è così che funziona.
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