Il buon proposito del weekend era stato fare qualcosa di bello e buono per staccare la spina e ricaricare batterie, pensieri ed energie positive: "bello" sarebbe il mare, che su di me ha sempre poteri magici; "buono" sarebbe camminare - perchรฉ ognuno si rilassa a modo suo, e non so che farci se sono nata con una configurazione tale per cui la salita e il silenzio dei boschi hanno per me un potere terapeutico assai piรน efficace che un ombrellone ed un lettino.
๐ Partenza da Finalborgo (Porta Testa); arrivo a Verezzi (borgata Piazza)
๐ 1h 45'
๐ 5 km
๐ช Dislivello 280 mt, facile
"Bello & buono" รจ uno dei miei posti del cuore, Finalborgo, anima antica, preziosa ed un po' appartata di Finale Ligure (Savona), scoperto un po' per caso e un po' per fiuto nel 2020, anno straordinario nel bene e nel male, in cui ho cambiato pelle come un serpente e mi sono ricostruita una nuova geografia di abitudini e passioni. Ma Finalborgo merita un capitolo a parte e non ne parliamo adesso - quello che posso dire รจ che ci sono tornata di nuovo, ma questa volta doveva essere un punto di partenza e non la meta.
L'altra cosa che posso dire รจ che il treno regionale veloce (e di Trenitalia apprezziamo sempre la cinica e sottile autoironia) che da Torino porta fino a Ventimiglia nei weekend estivi รจ come una versione .zip di un treno normale, che come sempre ha l'aria condizionata che non conosce sane vie di mezzo, e che ho dovuto regalare il mio cappuccino a Starbucks perchรฉ il barista si รจ perso via fra complicate richieste di double espresso shots, latte di mandorla e sciroppo al caramello che mi hanno preceduta e non รจ riuscito a farmelo in tempo - ma poco importa, adesso sono seduta in un vicolo di pietra di Finalborgo decorato con fiori e graticci di legno colorati, a rifare colazione, stavolta con caffรจ e focaccia, stavolta con calma, ad assaporare bellezza e ritmi lenti.
Uscendo da Porta Testa si attraversa il ponte sul torrente Pora, si svolta a sinistra e si percorre per un centinaio di metri la SP 490 (!!!attenzione!!! lo dicono tutti i post che ho trovato in merito, quindi lo ribadisco anch'io: questo pezzo si fa su una strada trafficata priva di marciapiede, procedere con prudenza).
Dopodichรฉ si attraversa e si imbocca la Strada Napoleonica, che รจ uno sterrato in salita - ed รจ anche indicato da un cartello, per non sbagliarsi, ma, quando ci sono arrivata io, il cartello era coperto dall'ape di un signore che stava sistemando i rododendri della villetta di fronte, e non vedere la segnaletica รจ una delle cose che la mia ansia non apprezza mai granchรฉ, perรฒ poi l'abbiamo risolta.
Si sale, ma non troppo, e oggi le temperature sono clementi.
Il dislivello totale del sentiero sarร di 280 metri, ma sono distribuiti con dolcezza.
La prima cosa che si incontra รจ una cappella dipinta di turchese - e poi un paio di punti panoramici su Finale, il cui cielo e mare oggi sono della stessa sua sfumatura.
Dopodichรฉ, per piรน di un'ora si prosegue circondati dai boschi, che abbracciano il sentiero ai lati e a tratti lo avvolgono completamente.
La vegetazione รจ verde e muschiosa e tutt'intorno ci sono delle pietre calcaree porose. Il terreno รจ rossastro e la macchia mediterranea si fa piรน fitta.
NB. Fintanto che non si entra nel territorio del comune di Borgio Verezzi, non esistono indicazioni tramite cartellonistica e segnali per questo sentiero. Questa รจ un'altra cosa che la mia ansia non gradisce, ma sono riuscita a farla tacere abbastanza bene perchรฉ sono invece abbastanza frequenti i segnavia, rappresentati da un rombo rosso vuoto e da qualche spennellata di giallo sugli alberi.
Ad un certo punto comunque si giunge in una radura e compaiono finalmente anche i primi segnali: rassicuranti frecce in legno, che indicano il Sentiero Geologico e il Sentiero Natura (itinerari ideati e curati dal Comune di Borgio Verezzi), ed un altro, ancor piรน rassicurante, classico bianco e rosso del CAI.
Ancora una rapida salita e poi compare la Chiesa di San Martino, di fianco a quella di Maria Maddalena. In mezzo alle due chiesette c'รจ una campana, che si chiama della Mamma e che suona tutti i giorni alle 19 per salutare e ricordare le mamme che non ci sono piรน.
Le due chiese si trovano su un terrazzamento naturale da cui si contemplano tutti i borghi della riviera, da Borgio fino a Loano, e il mare super azzurro.
Queste chiese, assieme al mulino fenicio poco distante, che รจ il meglio conservato fra i tre mulini di quest'epoca ancora presenti in Europa, fanno giร parte di Verezzi - per la precisione della borgata Crosa.
Borgio Verezzi รจ un po' come Budapest, nel senso che il suo nome รจ formato dalle due parti che lo compongono - e, giunti a questo punto, direi che รจ necessario specificarlo: Borgio รจ la parte che sta in basso, dove c'รจ il mare e che ospita anche delle grotte con formazioni geologiche molto interessanti; Verezzi invece รจ arroccata in alto, ha origini saracene, รจ stata insignita della stelletta dei "borghi piรน belli d'Italia" ed รจ composta da quattro borgate.
Una, Crosa, รจ quella che abbiamo appena visto; le altre tre (Poggio, Piazza e Roccario) sono collegate fra di loro con viuzze e sentieri ripidi e tortuosi che di tanto in tanto regalano qualche bello scorcio.
Piazza รจ un po' il salotto di Verezzi, quello con i porticati di pietra che si affacciano come finestre sul blu del mare e che ospita il famoso Festival Teatrale.
In questo sabato di inizio agosto รจ un po' pigra e sonnacchiosa: nella piazzetta giร guarnita di palco e sedie si stanno facendo prove audio per gli spettacoli del festival, un gruppetto di anziani sta prendendo un aperitivo al baretto che ha tavolini anche sulla via, e, all'imbocco della borgata, ci sono i cartelli che annunciano l'imminente Sagra della Lumaca - prelibatezza locale cucinata con pinoli, funghi e pomodoro.
E' un salottino intimo e ben curato, con qualche dettaglio lezioso ma autentico.
Si respira serenitร e il giusto equilibrio fra silenzio e chiacchiere svagate, e invoglia a rimanere.
Vado in cerca di particolari, di angoli raccolti e fatti di bellezza semplice, antica: bouganvillee che incorniciano scorci in discesa, sedie in ferro battuto nascoste in una nicchia, portoni in legno con davanti fiori e dentro segreti.
Mi fermo per pranzo al Ristorante Bergallo, assaporando polpo & patate al pesto con un bicchiere di vino bianco ghiacciato mentre contemplo il mare dalla terrazza.
C'รจ una brezza leggera, un sole tiepido ma non invadente, al tavolo dietro di me qualcuno racconta di un viaggio in Giappone.
Ho dimenticato i miei pensieri, e mi viene in mente che forse la felicitร non esiste - ma esistono i momenti felici: e questo, decisamente, รจ uno di quelli.
Per mangiare a Verezzi, se ci tornerai, ti consiglio la Rosa dei venti: un posticino carinissimo, dove si mangia benissimo e spendendo il giusto :)
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