Questa è la storia di un’altra fuga. Di quelle che ogni tanto faccio, quando ho bisogno di spostare il focus: è quasi una procedura di evacuazione – io me ne vado altrove, la mia testa viene via con me ed abbandona quel posto complicato e un po’ venefico in cui aveva finito per intrappolarsi da sola, come quando nel sonno ci si attorciglia nelle coperte e poi si fa fatica a liberarsi. Funziona come quando si aprono le finestre, e si cambia l’aria: forse delle procedure di evacuazione ha l’emergenza, ma assomiglia di più ad un rituale di purificazione.
Cremona doveva essere in compagnia, quel
giorno, ma è stata in solitaria: non importa, non ho ancora deciso quale delle
due modalità funzioni meglio in questi casi – ma probabilmente il “meglio” è
semplicemente quello che decidiamo di fare con ciò che abbiamo a disposizione,
prendendone gli aspetti migliori, godendo di quel che si può godere, come
quando trovi un frutto ammaccato e decidi di tagliargli via la parte marcia e
mangiare il resto, che è buono lo stesso.
Follow Us
Were this world an endless plain, and by sailing eastward we could for ever reach new distances