Chiesa di San Vito |
C'è la chiesa patronale di San Vito, con le sue curve sinuose, con le sue armonie morbide. Le volute del barocco ricordano le onde del mare, la dolcezza della pasta di mandorla.
La sua facciata dipinta nei colori del sole ricorda gli agrumi, ricorda la sfumatura calda di questa terra.
La chiesa affianca la piazzetta che è anche punto di ritrovo: per un caffè, una granita - o anche solo su una panchina, a guardare la vita che scorre, che va avanti ma che, a modo suo, riesce sempre ad essere uguale a se stessa.
Le saje, l'antico sistema di irrigazione inventato dai Saraceni, sono il secondo ingrediente.
Si trovano per lunghi tratti, a perimetro delle recinzioni di storiche masserie, sono come vene pulsanti, che scorrono nella pelle senza quasi farsi accorgere - eppure portano vita, portano sostentamento.
Per questa terra arsa dal sole, mescolata alla cenere del vulcano. Per le piantagioni di agrumi e di pistacchi. Per le viti che producono il vino etneo, scuro e forte come il fuoco - o come il sangue.
Saje |
La Chiesa della SS Trinità offre la sua facciata più imponente e carismatica quando la si guarda dal basso del paese, vagando per i vicoli e vedendola sbucare all'improvviso, emergere rosata contro il cielo azzurro, bella e maestosa fra muretti spogli e sgretolati, briciole di pietra e spunzoni di metallo arrugginito.
Quando la si raggiunge in salita, nella piazzetta dove si trova il suo ingresso principale, si scopre l'altro suo volto, ferito dalle cicatrici del tempo, sempre maestoso, sempre bello, ma di una bellezza triste, dagli occhi velati di malinconia - occhi che pensano a qualcosa che è stato dimenticato, a qualcosa che non si vede più.
Ma forse è proprio questa la sua vera bellezza - in questa sensazione struggente, silenziosa.
In questa sensazione che lascia intravedere la sua anima, e che ti accompagna mano nella mano, senza parlare, in giro per tutto il paese...
Chiesa SS Trinità |
Chiesa SS Trinità, facciata principale |
Mascalucia è tagliata trasversalmente dalla Via Etnea, la sua arteria, il suo punto di orientamento, che conduce al vulcano, padre padrone che venera e teme, oppure che la fa fuggire verso Catania, sorella maggiore frenetica e mondana.
Ma Mascalucia è una giovane senza età, introversa e dal carattere deciso, non ha bisogno di scappare, sta bene con se stessa, con la sua anima brulicante di bellezza, di malinconia e di nostalgia che ribolle nei suoi vicoli.
Che è nascosta, ma non per chi la sa cercare.
Non per chi ha la pazienza di saperla vedere, aspettando in silenzio, assaporandola in silenzio, distinguendo tutti gli ingredienti che la compongono, isolandoli, corposi e perfetti, sospesi fra la lingua ed il palato: tradizione, orgoglio, tinte in chiaroscuro, raggi di sole, morbidezza barocca e cuore siciliano...
Un angolo molto autentico di Sicilia! Ci sono stata in gita alle superiori ma mi piacerebbe tornarci sulla bellissima isola italiana!
RispondiEliminaPer me era la prima volta! E questo assaggio mi ha messo fame: vorrei tornarci prima o poi, e conoscerla meglio
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