E, come parziale conseguenza di questo fatto, neppure questo post era programmato.
Ma spesso le esperienze migliori sono proprio quelle che non erano state programmate.
Quelle che ti chiamano all'improvviso e che senti di dover seguire.
Un po' come Alice, che si incuriosisce riguardo al Bianconiglio quando lo vede passare e lo segue fin giรน per la sua tana, scoprendo un nuovo, incantevole Paese delle Meraviglie.
In questo caso il "Paese delle Meraviglie" per me non era affatto nuovo - lo conoscevo giร piuttosto bene.
Ma a volte ti capitano giornate dal sapore magico, giornate che diventano speciali perchรฉ ti rendono in grado di vedere le cose di ogni giorno con occhi nuovi, sotto una nuova luce che fa esplodere all'improvviso tutta la loro bellezza - un po' come un fuoco d'artificio che trasforma il cielo che sta tutti i giorni sopra la nostra testa in un carnevale festoso.
Questa giornata un po' speciale รจ capitata qualche mese fa.
Era febbraio ed era ancora inverno, perรฒ c'era un cielo azzurrissimo e quel sole che fa da paggio per annunciare che l'arrivo della primavera รจ imminente.
O almeno cosรฌ ti viene spontaneo credere, in una giornata simile.
In questa giornata in realtร il mio obiettivo era semplicemente andare a sperimentare Miss Cake (via Giuseppe Baretti 31), una nuova bakery nella quale mi era casualmente imbattuta su Tripadvisor qualche giorno prima.
I posticini carini che servono dolci dal gusto anglosassone sono i miei preferiti, e, dal momento che in realtร a Torino sembrano ancora poco diffusi, poichรฉ apparentemente tutti i locali sembrano piรน inclini ad influenze francesi, mi ci sono precipitata alla prima occasione.
E, devo confessare - il posto era carino, ma sinceramente non mi ha entusiasmata piรน di tanto.
La vetrina ti fa venire l'acquolina in bocca, lo staff รจ molto gentile ed amichevole, e il colore viola che domina ovunque รจ grazioso; perรฒ francamente avrebbero potuto rendere il posto un po' piรน carino, e la torta red velvet che ho preso era un po' asciutta e troppo formaggiosa.
(nel senso che la crema al formaggio era decisamente un po' troppo abbondante e forte nel sapore)
Ma ecco che all'improvviso, mentre contemplavo un pochino delusa i resti della mia collezione, รจ apparso il mio personale Bianconiglio da seguire.
Uscendo dal locale ho intravisto il Castello del Valentino sbirciare da in fondo alla strada - e, data la frizzante promessa primaverile nell'aria, ho seguito, immediatamente e spontaneamente, la tentazione di andare a fare una passeggiata al parco.
Ed ecco come sono caduta nella tana, piombando a capofitto nel Paese delle Meraviglie...
Naturalmente al Parco c'ero giร stata parecchie volte, ma non ero mai riuscita a trovarlo cosรฌ bello come questa volta.
C'era qualcosa di magico che si respirava nell'aria: persino il Po, solitamente melmoso e spento, era di un blu cosรฌ cristallino da sembrare quasi una fonte di montagna.
Vedendolo cosรฌ posso capire come mai il dio del Sole Fetonte ci sia finito a mollo, come la leggenda proclama: scommetto che era di questo stesso invitante blu quando รจ successo.
Forse vi starete domandando da dove derivi il nome Valentino.
O, perlomeno, io me lo sono sempre chiesta - ma in realtร una risposta non c'รจ.
Alcuni sostengono che provenga da una nobildonna di nome Valentina, il cui marito fu generoso contributore al restauro del parco che fu promosso dai Savoia nel XVI secolo; altri invece dicono che sia perchรฉ c'era un'antica cappella dedicata a San Valentino.
In ogni caso questo nome gli regala un'allure romantica, e a me sovviene anche una canzone sdolcinata che cantava sempre mia nonna quando ero piccola, su una coppietta che aveva scelto il parco come teatro dei propri rendez-vous: per qualche oscuro motivo questo grande amore non ebbe un lieto fine, e si interruppe bruscamente - tuttavia, incuranti degli anni e dei kilometri, i due amanti continuano a pensarsi, sospirando e rimpiangendo con dolce malinconia gli incontri al Valentino.
Mia nonna riteneva che questa canzone fosse decisamente troppo triste e che la povera coppietta non si meritasse una simile sfortuna, per cui aveva inventato di sana pianta una nuova strofa che fungesse da finale alternativo per la vicenda, regalando ai due amanti separati dalla sorte avversa una nuova occasione per incontrarsi e per stare finalmente insieme.
Lei era decisamente a favore dei finali tipo "E vissero per sempre felici e contenti..." - ma ad essere sincera io trovo invece molto piรน struggente ed emozionante la versione originale della canzone, che parla del loro amore impossibile ma indimenticabile.
Ok... ma adesso forse sarร meglio che non mi lanci a disquisire sulla mia malata predisposizione per questo genere di dolori - torniamo piuttosto a parlare del parco.
Forse lo sapete - e se non lo sapete ve lo dico adesso - ma io ho una naturale adorazione per i parchi cittadini.
Perรฒ, mentre la maggior parte di essi danno la sensazione di essere una specie di rifugio verde dove potersi dedicare ad un rigenerante break dal caos della cittร , quasi come una sorta di mondo parallelo rispetto a ciรฒ che li circonda, il Parco del Valentino si ritrova ad essere invece armoniosamente integrato con il resto della cittร .
Cioรจ - quando sei lรฌ sai di essere a Torino: non รจ una fuga, e non รจ un mondo parallelo. E' proprio Torino e non puรฒ essere da nessuna altra parte.
Indubbiamente uno degli elementi che contribuiscono a creare questa consapevolezza รจ il suo Castello - che ti dร la sensazione che i Savoia regnino ancora in questa cittร , e che tu stia passeggiando dentro il loro giardino privato.
Il Castello oggigiorno รจ sede della facoltร di Architettura del Politecnico, ma quando รจ stato costruito nel XVII secolo era tre volte piรน grande: idea della regina reggente Cristina, per gli amici Madama Reale, che voleva un posticino carino lungo il fiume dove potersi rilassare in mezzo al verde.
Il Castello del Valentino cosรฌ com'era nel XVII secolo |
Madama Reale era una figura forte e controversa, e di lei si possono dire molte cose - perรฒ sicuramente aveva buon gusto e ha impresso un marchio di fabbrica molto forte nel restyling del look cittadino: di fatto รจ lei il motivo per cui Torino oggi ha quella certa aria che ricorda un po' Parigi.
Ma adesso รจ meglio se lasciamo un attimo da parte il XVII secolo, dal momento che in realtร , dove ci troviamo adesso, pochi passi ci separano dal Medioevo.
Ok, a dirla proprio tutta, se dovessimo localizzare il posto dove stiamo per andare su una linea del tempo immaginaria, rispetto al Castello si troverebbe comunque dopo, e non prima...
Vi sto confondendo le idee?
Beh, รจ semplice: questo Medioevo in cui stiamo per immergerci in realtร risale al 1800.
Sรฌ, perchรฉ il Borgo Medievale del Valentino รจ un falso.
E' stato costruito fra il 1882 ed il 1884 da un gruppetto di giovani e fantasiosi architetti per l'edizione italiana dell'Esibizione Universale che si stava tenendo pressochรฉ ovunque in Europa durante quegli anni: Parigi si รจ vinta la Tour Eiffel grazie ad essa, e Torino, invece, un borgo medievale che in effetti gli mancava.
Beh, tutti sanno che รจ un falso; perรฒ รจ ugualmente molto bello da vedere, soprattutto se avete un debole per il Medioevo come me, e come molta gente dell'epoca in cui รจ stato costruito.
Si tratta di una sintesi panoramica molto ben fatta dei piรน importanti capolavori dell'architettura medievale che abbiamo in Piemonte: passeggiando nel Borgo troverete le riproduzioni di una vecchia casa di Bussoleno, di una fontana di Oulx, di una statua della Madonna che si trova nel Duomo di Chieri, e molto altro.
Sono riproduzioni fedelissime e che si abbinano fra loro in maniera molto armoniosa.
Fondamentalmente hanno uno scopo didattico, e non solo dal punto di vista dell'architettura: ci sono anche artigiani in costume che danno dimostrazione delle antiche tecniche manifatturiere che si utilizzavano in quell'epoca.
Un altro dono lasciato in ereditร dall'Esibizione Universale รจ la Fontana dei Dodici Mesi.
A me piace moltissimo.
E' un elegante misto di stile liberty e rococรฒ, e, oltre alle dodici statue che la circondano (che ovviamente rappresentano i dodici mesi, come suggerisce il suo nome), ce ne sono anche alcune altre sulla cima della sua balconata che rappresentano i fiumi di Torino.
Per oggi basta visite culturali, dopo tutto questo camminare sarete stanchi.
E allora cerchiamoci una panchina di legno nel Giardino Roccioso e riposiamoci un po', assaporando il sole e le bellezze verdi che ci circondano.
Ma le sorprese del Valentino ancora non sono finite: se aguzzate bene la vista potrete vedere come il nostro fantasioso giardiniere amante dei gatti abbia colpito anche qui...
E pare che anche lui sia d'accordo con mia nonna sull'atmosfera romantica di questo posto!
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[*] Se vuoi leggere cos'altro ha combinato il misterioso Giardiniere Amante dei Gatti, vai all'articolo sulla visita di Tabby Cat (clicca qui)
[*] Se vuoi leggere come mai il Dio Fetonte era finito a mollo nel Po, vai all'articolo sulle leggende di Torino (clicca qui)
[*] Se vuoi leggere di qualche altro parco cittadino, vai all'articolo sui parchi di Parigi (clicca qui)
Se questa storia ti รจ piaciuta, lasciami un commento: sono curiosa di sapere che cosa ne pensi!
Sono anni che vorrei visitare il Parco del Valentino ma ancora non ci sono riuscita..dopo questo bel post ancora di piรน! Grazie per queste informazioni: spero proprio di avere occasione di vederlo in una prossima spedizione a Torino!
RispondiEliminaGrazie a te per essere passata di qua :)
EliminaSpero che avrai presto occasione di visitare il Valentino: anche se sono un po' di parte secondo me รจ uno dei parchi cittadini piรน affascinanti che abbiamo in Italia :)