maggio 29, 2016
In ogni città che visitiamo c'è un posto che ci appartiene.
Un angolo che finirà per diventare il nostro preferito, quello che nei nostri ricordi assoceremo sempre come prima cosa a quel luogo, a quel viaggio.
E' il nostro punto in comune, quello su cui ci piace dialogare quando ci incontriamo. Il nostro argomento di conversazione preferito, una passione che condividiamo.
A Parigi c'è un punto particolare del Lungo Senna in cui mi piace sempre tornare - di fronte all'Ile de la Cité, da dove si osserva il fiume che si divide per poter abbracciare da dietro Notre Dame. A Londra è il Temple il "mio" posto - labirinto nascosto pieno di segreti. A Madrid è la zona del Retiro dove ci sono le arcate dei roseti ed i pavoni che passeggiano.
E a Seattle era il mercato di Pike Place.
Il mercato di Pike Place è stata la prima cosa che sono andata a visitare a Seattle - distrutta dal sonno per la mia sveglia alle 3 del mattino e per il viaggio di 14 ore, stordita dal jet-lag ma resa pimpante a forza dalle scosse elettriche dell'adrenalina data dalla scoperta di un posto nuovo.
Mi chiamava - e ci sono arrivata in discesa, andando avanti, sempre dritto dal lunghissimo vialone che collegava il mio appartamento al mare.
Da allora ci sono tornata tutti i giorni - quando la pioggia scombinava i miei piani, quando volevo riposarmi un po', quando semplicemente avevo voglia di tornarci, per girare fra i suoi negozietti strambi, per scoprire ogni volta qualcosa di nuovo, per vagare fra i libri usati, per sedermi a guardare il mare intrappolato nel porto, con la ruota panoramica che ci gira in mezzo.
Il mercato di Pike Place si trova sul bordo di una collina, infossato un po' giù - perché Seattle, forse non lo sapevate, è costruita in salita. Io non lo sapevo - è una delle cose che non avevo notato guardando Grey's Anatomy. E invece è fatta di sette colli: non è ripida come San Francisco, ma ha comunque un bel dislivello, che, da dove stavo io, ti permetteva di averla ai tuoi piedi, ordinata, bohémienne, introversa.
E Pike Place è nascosto in fondo.
Fa capolino solo alla fine, con la sua scritta rossa vintage sui tetti.
Pike Place è un mercato coperto.
C'è un forte odore di legno umido ovunque ti giri - ma è il suo odore, unico ed irriproducibile, come l'odore della pelle di ciascuno di noi.
E' l'odore della sua aria vintage. Dell'umidità di Seattle. Dei quintali di carta che ospita fra le sue pareti. Dei quintali di passato. Della sua eccentrica esuberanza. Della sua collezione di stranezze. Delle cose uniche che vengono fatte a mano. Dei musicisti di strada, degli artisti e degli artigiani. Dei folli e dei poeti.
Il mercato di Pike Place esiste dal 1907.
Ospita banchi enormi di pescivendoli che sanno dare spettacolo semplicemente pulendo il salmone. Ospita un centinaio di bancarelle di prodotti agricoli ed artigianali.
Il primo Starbucks e la migliore clam chowder di Seattle. Fumetterie nerd e ristoranti cinesi. Cioccolaterie francesi ed antiquari. Librerie dell'usato e negozi di cannabis, che nello stato di Washington è legale. Distillerie di birra sotterranee e la scarpa dell'uomo più alto del mondo. Merchandising elettorale e strumenti di lavoro per prestigiatori ed illusionisti.
Orti urbani aperti al pubblico e Rachel, la mascotte del mercato, star della Pig Parade del 2001 - avete presente la Cow Parade? Quell'esposizione fatta a scopi benefici durante la quale, in alcune città europee, erano comparse mucche di plastica personalizzate da diversi artisti? Beh, a Seattle l'hanno fatto con i maiali. E Rachel, scrofa di bronzo che dovrebbe riprodurre un enorme salvadanaio, è rimasta qui.
Ospita riproduzioni di piovre giganti ed il Gum Wall - un muro interamente ricoperto di gomme da masticare.
Solo nella grunge ed alternativa Seattle qualcosa del genere avrebbe potuto diventare un'attrazione. Ma, guardandolo, bisogna ammettere che ha un suo squallido perché. Una sorta di opera d'arte trash e spontanea.
Forse una metafora.
Forse, semplicemente, quel che è: spettatori degli spettacoli teatrali di improvvisazione che dal 1993 incominciano ad attaccare le gomme al muro. Attori che provano a ripulirlo più volte, invano. Alla fine ci rinunciano.
E diventa un'icona.
E, sì, il Pike Place ospita anche un teatro.
E chissà quante altre storie folli ed interessanti...
In ogni città che visitiamo c'è un posto che ci appartiene. Un angolo che finirà per diventare il nostro preferito, quello che nei n...
Pike Place Market: il mio posto a Seattle
In ogni città che visitiamo c'è un posto che ci appartiene.
Un angolo che finirà per diventare il nostro preferito, quello che nei nostri ricordi assoceremo sempre come prima cosa a quel luogo, a quel viaggio.
E' il nostro punto in comune, quello su cui ci piace dialogare quando ci incontriamo. Il nostro argomento di conversazione preferito, una passione che condividiamo.
A Parigi c'è un punto particolare del Lungo Senna in cui mi piace sempre tornare - di fronte all'Ile de la Cité, da dove si osserva il fiume che si divide per poter abbracciare da dietro Notre Dame. A Londra è il Temple il "mio" posto - labirinto nascosto pieno di segreti. A Madrid è la zona del Retiro dove ci sono le arcate dei roseti ed i pavoni che passeggiano.
E a Seattle era il mercato di Pike Place.
Il mercato di Pike Place è stata la prima cosa che sono andata a visitare a Seattle - distrutta dal sonno per la mia sveglia alle 3 del mattino e per il viaggio di 14 ore, stordita dal jet-lag ma resa pimpante a forza dalle scosse elettriche dell'adrenalina data dalla scoperta di un posto nuovo.
Mi chiamava - e ci sono arrivata in discesa, andando avanti, sempre dritto dal lunghissimo vialone che collegava il mio appartamento al mare.
Da allora ci sono tornata tutti i giorni - quando la pioggia scombinava i miei piani, quando volevo riposarmi un po', quando semplicemente avevo voglia di tornarci, per girare fra i suoi negozietti strambi, per scoprire ogni volta qualcosa di nuovo, per vagare fra i libri usati, per sedermi a guardare il mare intrappolato nel porto, con la ruota panoramica che ci gira in mezzo.
Il mercato di Pike Place si trova sul bordo di una collina, infossato un po' giù - perché Seattle, forse non lo sapevate, è costruita in salita. Io non lo sapevo - è una delle cose che non avevo notato guardando Grey's Anatomy. E invece è fatta di sette colli: non è ripida come San Francisco, ma ha comunque un bel dislivello, che, da dove stavo io, ti permetteva di averla ai tuoi piedi, ordinata, bohémienne, introversa.
E Pike Place è nascosto in fondo.
Fa capolino solo alla fine, con la sua scritta rossa vintage sui tetti.
Pike Place è un mercato coperto.
C'è un forte odore di legno umido ovunque ti giri - ma è il suo odore, unico ed irriproducibile, come l'odore della pelle di ciascuno di noi.
E' l'odore della sua aria vintage. Dell'umidità di Seattle. Dei quintali di carta che ospita fra le sue pareti. Dei quintali di passato. Della sua eccentrica esuberanza. Della sua collezione di stranezze. Delle cose uniche che vengono fatte a mano. Dei musicisti di strada, degli artisti e degli artigiani. Dei folli e dei poeti.
Il mercato di Pike Place esiste dal 1907.
Ospita banchi enormi di pescivendoli che sanno dare spettacolo semplicemente pulendo il salmone. Ospita un centinaio di bancarelle di prodotti agricoli ed artigianali.
Il primo Starbucks e la migliore clam chowder di Seattle. Fumetterie nerd e ristoranti cinesi. Cioccolaterie francesi ed antiquari. Librerie dell'usato e negozi di cannabis, che nello stato di Washington è legale. Distillerie di birra sotterranee e la scarpa dell'uomo più alto del mondo. Merchandising elettorale e strumenti di lavoro per prestigiatori ed illusionisti.
Orti urbani aperti al pubblico e Rachel, la mascotte del mercato, star della Pig Parade del 2001 - avete presente la Cow Parade? Quell'esposizione fatta a scopi benefici durante la quale, in alcune città europee, erano comparse mucche di plastica personalizzate da diversi artisti? Beh, a Seattle l'hanno fatto con i maiali. E Rachel, scrofa di bronzo che dovrebbe riprodurre un enorme salvadanaio, è rimasta qui.
Ospita riproduzioni di piovre giganti ed il Gum Wall - un muro interamente ricoperto di gomme da masticare.
Solo nella grunge ed alternativa Seattle qualcosa del genere avrebbe potuto diventare un'attrazione. Ma, guardandolo, bisogna ammettere che ha un suo squallido perché. Una sorta di opera d'arte trash e spontanea.
Forse una metafora.
Forse, semplicemente, quel che è: spettatori degli spettacoli teatrali di improvvisazione che dal 1993 incominciano ad attaccare le gomme al muro. Attori che provano a ripulirlo più volte, invano. Alla fine ci rinunciano.
E diventa un'icona.
E, sì, il Pike Place ospita anche un teatro.
E chissà quante altre storie folli ed interessanti...
About author: Serena Chiarle
Analitica come stile di vita, e data scientist di professione. Introversa e fiera di esserlo, ho come arma preferita il sarcasmo. Viaggio spesso con il pensiero e ogni tanto anche dal vivo. Leggo per legittima difesa e scrivo con premeditazione di reato - oppure per evitare di commetterne. Bevo vino rosso, caffé senza zucchero, parlo con i gatti e fotografo tramonti. Amo le contraddizioni perché è così che funziona.
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Il mercato di Pike Place è anche per me il luogo di Seattle che più ha colpita. Ricordo ancora benissimo la sensazione che si prova avvicinandosi a piedi, lungo una delle strade in discesa: ho ancora in mente l'odore particolare, un misto di salsedine e di aghi di pino, e l'aria frizzante. Che nostalgia ❤️
RispondiEliminaEsatto, anche io ho ancora impresso quell'odore, che poi ho ritrovato anche a Bainbridge Island (e che un po' c'era anche nella casa in cui stavo). Credo che sia un luogo particolarmente simbolico dell'anima di Seattle <3
EliminaNon chiediamoci (o lasciamoci chiedere) quale sia il nostro luogo preferito tra quelli che abbiamo visitato ma scoviamo il nostro angolo speciale di ognuno di quei luoghi!
RispondiEliminaMi piace pensare che ci sia un luogo "per noi" in ciascuna città. Bisogna solo avere la pazienza (e la fortuna) di trovarlo
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