Oggi parto. Forse non vi interessa, o forse vi capiterà di leggere queste righe quando sarò già tornata da un po'; ma quando si part...

Oggi parto Oggi parto

Oggi parto

Oggi parto


Oggi parto.
Forse non vi interessa, o forse vi capiterà di leggere queste righe quando sarò già tornata da un po'; ma quando si parte, a volte, si è un po' egoisti, e forse scrivo queste parole più che altro per me, perché ho tante aspettative su questa partenza - sono emozionata come da un po' non mi capitava, e ho bisogno di immortalare in qualche modo questa aspettativa, questa emozione.
Rileggerla fra un po' di tempo e magari sorridere.
Ma credo di aver anche bisogno di partire, per fare una dialisi di energia al corpo e di pensieri freschi alla mente.
E magari anche di trovare risposta ad alcune domande.
Mi illudo sempre di trovare risposta alle mie domande partendo, anche se poi, in realtà, non capita praticamente mai. O forse, semplicemente, la risposta già la so - ma mi manca il coraggio di ascoltarla.



Però a volte quello che il viaggio fa è darmi speranza.
Speranza che qualcosa arrivi - che sia una risposta, che sia coraggio o che sia magari una scala spuntata all'improvviso nel punto in cui avrei dovuto saltare e che mi faceva tanta paura.

Per cui, intanto, io parto - e poi si vedrà.


Parto per riuscire a vedere le cose sotto un altro punto di vista; oppure, semplicemente, per essere felice.
Ognuno di noi ha le sue piccole vie di fuga per non impazzire fra i compromessi del quotidiano e le pieghe della vita in cui perdiamo tutto ciò che vorremmo essere e che non riusciamo ad essere: le mie sono scrivere e, quando posso, partire.

Quindi oggi parto, e sono felice.

Mentre leggete forse sono in aeroporto, a sbocconcellare un bretzel guardando la gente che passa; oppure sono in volo, migliaia di metri sopra l'Atlantico, a pensare, pensare e probabilmente a scrivere qualcos'altro.

Foto presa da Pinterest

O magari sono già arrivata a Seattle, in questa città che continua a chiamarmi, che ritrovo a farmi l'occhiolino ogni volta che apro un libro, che accendo la tv, che sfoglio una rivista.
[e ci tengo a precisare che non ho mai letto né Twilight né 50 Sfumature, ma confesso di non essermi mai persa una puntata di Grey's Anatomy]
Non so perché Seattle mi chiami, ma ho deciso di rispondere - perché del resto era l'unico modo per saperlo.
E forse dopo questi 3 giorni, trascorsi a girarmela per bene, e a fare da cat sitter in casa di un'artista di burlesque, ve lo saprò dire.

E poi un altro volo, a collezionare miglia sulla mia Miles and More Lufthansa che finalmente mi sono decisa a fare: non so se da bambina io abbia mai sognato di avere, un giorno, anche io una Miles & More come papà - però in effetti confesso che è una piccola cosa sciocca che mi fa sentire un pochino orgogliosa come se stessi continuando una tradizione di famiglia.
Anche se non credo che riuscirò mai a battere i record di tessere e di miglia di mio papà...


Ma d'altro canto non c'è paragone: lui viaggiava per lavoro; io, semplicemente, lavoro per poter viaggiare...

E poi...
E poi...

Foto presa da Pinterest

E poi California.
Poi San Francisco, con i suoi saliscendi, le sue curve, i suoi tram. Il suo ponte rosso, il suo pier.

Poi Los Angeles - anzi, Hollywood.
Il marciapiede con le stelle, la scritta sulla collina, le palme, le spiagge con l'oceano.
Le colazioni da Starbucks, lo shopping da Michael's, i cheesecake.


Le mie amiche.
Una, due, tre, quattro amiche.
Una che si sposa a San Diego, sulla spiaggia.
Io che ero tentata di chiedere consiglio ad Enzo Miccio su quale outfit mai si dovrà indossare ad un matrimonio californiano sulla spiaggia.

Io qua, adesso, mentre scrivo, con la valigia pronta, più piena del solito.
Io con la testa ed il cuore ancora più pieni della valigia, per qualche motivo che nemmeno mi so bene spiegare.
Per tanti motivi.

Oggi parto, e forse questo è il momento più bello...

4 commenti:

  1. I viaggi a volte aiutano a trovare delle risposte, altre si limitano a farci cambiare la prospettiva da cui guardare una situazione e alla fine la risposta la troviamo da soli.
    Nel frattempo, goditi il tuo viaggio.

    RispondiElimina
  2. È strano sentire tanto emozionata per una partenza proprio te, che ci parli sempre di viaggi, ognuno a modo suo incantato.
    Chissà che turbinio di sensazioni ti regalerà questo, più speciale del solito! A te che sai sempre scovare svariate anime dei luoghi... secondo me saranno così tante che non riuscirai a raccontarcele tutte!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, ma il viaggio per me deve sempre essere emozione... altrimenti non vale nemmeno la pena partire :)
      Stavolta, per una serie di motivi, di cose successe e di coincidenze astrali (s)favorevoli sentivo particolarmente forte il bisogno di questa partenza, di questo viaggio.
      Adesso che sono a metà... posso dire che hai ragione, che i luoghi che ho incontrato hanno tante anime, e che questa America che tutti in qualche modo sognano ha tanti volti... e sto prendendo appunti per cercare di lasciarmi sfuggire fra le dita il meno possibile e tornare qui a raccontarvela il più possibile...

      Elimina